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Vito Mancuso e l’accoglienza degli omosessuali e transessuali nella chiesa in cammino

31 marzo 2012, Albano laziale (Rm): intervento di Vito Mancuso al II FCOI (Forum Cristiani Omosessuali Italiani). Audio riversato da Lidia Borghi

Leggi la prima parte

Seconda parte
Vengo adesso alle obiezioni in nome della Bibbia. Dicono: la parola di Dio condanna esplicitamente la pratica omosessuale, non condanna la tendenza, ma condanna senza appello ogni forma di pratica attiva, diciamo così, di amore omosessuale. Èun’obiezione da poco?
No, non è un’obiezione da poco, per chi è cristiano, per chi vuole, come dire, prendere sul serio la Bibbia, non è un’obiezione da poco. Vi sono testi biblici molto espliciti al riguardo. Li conoscete, sicuramente, ma ne leggo alcuni, per esempio Levitico 18:22: “Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna, è cosa abominevole”. Tra l’altro questa prescrizione si trova tra due condizioni che sono l’infanticidio e la bestialità. Capite che ci si muove su terreni come dire ad alta elettricità. E se uno lo faceva? Levitico 20:13 dice: “Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio. Dovranno essere messi a morte. Il loro sangue ricadrà su di loro”. Si potrebbe pensare che, trattandosi di brani del cosiddetto Antico Testamento, siano superati nel Nuovo. Ci pensa però il Vaticano, con un documento della Congregazione per la dottrina della fede, quello citato sopra, a fare chiarezza: San Paolo vi propone la stessa dottrina, elencando tra coloro che non entreranno nel regno di Dio anche chi agisce da omosessuale. Si cita prima Corinzi 6:9: “Non illudetevi – scrive San Paolo – né immorali, né idolatri, né adulteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio”. Continua il documento vaticano: “In un altro passaggio del suo epistolario egli, fondandosi sulle tradizioni morali dei suoi antenati, presenta il comportamento omosessuale come un esempio della cecità nella quale è caduta l’umanità.” E poi si fa riferimento a Romani 1:18-32; in particolare il versetto 27 dice: “Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento.” E poi si cita anche Timoteo 1:10 dove c’è un altro elenco che, in mezzo a sacrileghi, a profanatori, a parricidi, a matricidi, ad assassini, a fornicatori, a mercanti di uomini, a schiavisti, a bugiardi, ecc., vede anche coloro che sono definiti sodomiti. Quindi che dire? Il documento vaticano ha ragione e l’obiezione è un’obiezione pertinente e non c’è nessuna scappatoia esegetica, a mio avviso, nella misura in cui si sta in questi testi, che non potrà mai negare come questi testi siano esplicitamente contrari con una grande carica di aggressività esplicitamente contraria all’amore omosessuale. E Gesù? Gesù come si pone, che cosa dice? Gesù non dice nulla. Quindi è molto curioso vedere come, a seconda della prospettiva che si vuole affermare, vi siano esegeti che dicono: “Vedete? Gesù non ha detto nulla. Quindi evidentemente accetta in questo l’impostazione tradizionale giudaica ed accetta la condanna proprio perché non ha detto nulla. Quando Gesù non era d’accordo lo diceva. Non avendo detto nulla, accetta. Chi tace acconsente.” Infatti, se voi leggete il libro il cui titolo è “L’omosessualità nella Bibbia” (AA.VV. n.d.r.) edito dalla casa editrice San Paolo, trovate esattamente questa prospettiva. Di contro, ci sono altri teologi secondo i quali il silenzio di Gesù va inteso non come un consenso rispetto alla prospettiva tradizionale ma come una sospensione del giudizio. Vi leggo le parole di Giannino Piana, un teologo morale che ha scritto un libro (Omosessualità. Una proposta etica, Cittadella editrice. n.d.r.) proprio al riguardo del problema di cui stiamo dibattendo: «Si tratta di un silenzio eloquente che non può non sorprendere e che deve essere seriamente tenuto in conto. Forse proprio da questo dovrebbe prendere spunto il Magistero della chiesa per riformulare la propria posizione sull’omosessualità e più in generale su tutte le tematiche connesse all’esercizio della sessualità». Cioè, Giannino Piana dice: “Prendete esempio, cari vescovi, cari cardinali, da Gesù, tacete su questa cosa, non dite nulla.” Allora, che cosa dobbiamo pensare? Come possiamo rapportarci, da credenti, con i testi dell’Antico Testamento, con quelli del Nuovo Testamento, con il silenzio di Gesù? Sono sicuro che tutti voi conoscete la pagina che ora vi leggerò. Risale a più di dieci anni fa, viene dagli Stati Uniti d’America, ma è intatta nella sua brillantezza, è una pagina piena d’ironia che aiuta a capire come uscire dal ginepraio dei precetti biblici. La storia si svolge in America e inizia quando una nota conduttrice di un programma radiofonico che si chiamava – anzi si chiama, perché Wikipedia English la dà come ancora vivente e operante – dottoressa Laura Schlesinger, nata a New York nel 1947, da padre ebreo e da madre italiana e a quel tempo ebrea osservante – era aderente appunto all’ebraismo ortodosso – in una sua trasmissione, basandosi su Levitico 18:22, ha affermato che l’omosessualità è condannata come abominio dalla Bibbia e quindi non può essere tollerata in nessun caso. Il passo è chiaro. Non c’è esegesi, non c’è possibilità di traduzione, quel passo lì è chiaro, basta leggere; si prende, si legge e fine della discussione. Chi vuol essere un cristiano e anche un ebreo coerente non può che trarne una conclusione. Ora, qualche tempo dopo, un ascoltatore le ha scritto la seguente lettera che ora vi leggo:

Cara Dottoressa Schlesinger, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma, ed ho cercato di dividere tale conoscenza con più persone possibile. Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che è un abominio. Fine della discussione. Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e su come applicarle.
Primo: Vorrei vendere mia figlia come schiava, come sancisce Esodo 21:7. Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita?
Secondo: Quando sull’altare sacrificale accendo un fuoco e vi ardo un toro, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore (Lev.1.9). Il problema è con i miei vicini: loro, i blasfemi, sostengono che l’odore non è piacevole. Devo forse percuoterli?
Terzo: So che posso avere contatti con le donne solo quando non hanno le mestruazioni (Lev.15: 19-24). Il problema è come faccio a chiederle questa cosa? Molte donne s’offendono.
Quarto: Il Levitico ai versi 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi?
Quinto: Un mio vicino insiste per lavorare di Sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente?
Sesto: Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei è considerato un abominio (Lev. 11:10), lo sia meno dell’omosessualità. Non sono affatto d’accordo. Può illuminarci sulla questione?
Settimo: Sempre il Levitico ai versi 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all’altare di Dio se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso gli occhiali per leggere… La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c’è qualche scappatoia alla questione?
Ottavo: Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Lev 19:27). In che modo devono esser messi a morte?
Nono: Ancora nel Levitico (11:6-8) viene detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti?
Decimo: Mio zio possiede una fattoria. È andato contro Lev. 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perché usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto È proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Lev 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei?
So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per cui sono sicuro che potrà rispondere a queste semplici domande. Nell’occasione, la ringrazio ancora per essere così solerte nel ricordare a tutti noi che la parola di Dio è eterna ed immutabile. Sempre suo. Un ammiratore devoto.
Ci fosse qui qualche teologo della Congregazione per la dottrina della fede potrebbe fare questa obiezione: “Mancuso, ma questi testi riguardano solo l’Antico Testamento. Sono chiaramente superati dal Nuovo Testamento e i testi di San Paolo rimangono inequivocabili come condanna“. Ora, però, anche con i testi di San Paolo possono nascere problemi analoghi; qualcuno per esempio potrebbe scrivere alla nostra dottoressa chiedendo spiegazioni sulla politica a proposito di Romani 13:1. Cosa dice Romani 13:1? “Non c’è autorità se non da Dio. Quelle che esistono sono stabilite da Dio” e riflettere un po’ su tutti i governi, i governi italiani… Insomma, siamo proprio sicuri che proprio tutti siano stabiliti da Dio? Si potrebbero chiedere spiegazioni sui rapporti con gli animali a proposito di Filippesi 3:2, quando San Palo dice “Guardatevi dai cani”. In che senso mi devo guardare dai cani? Devo mettere la museruola a tutti, portarli al canile? Si potrebbero chiedere spiegazioni sulla dignità della donna a proposito di Corinzi 11:10, dove si legge: “La donna deve avere sul capo un segno di autorità a motivo degli angeli”. E infatti io ero bambino e ricordo ancora nelle chiese le donne che usavano il velo, quando si entrava in chiesa. Mia mamma non me la ricordo, ma mia nonna sì, con il velo. Si potrebbe chiedere spiegazioni a proposito di Efesini 5:23-24: “Il marito è il capo della moglie e come la chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai mariti in tutto”. Quindi sono molte le obiezioni, tra l’altro, che si potrebbero fare a San Paolo e a questa dottoressa. Il punto qual è? Il punto è che occorre superare la lettera della Scrittura. Èlo stesso San Paolo che dice: “la lettera uccide – in 2 Corinzi 3:6 – lo spirito della vita” e che questa lettera biblica abbia ucciso e purtroppo continui ad uccidere, a volte non solo moralmente ma anche fisicamente, è un dato di fatto. La Bibbia non è la parola di Dio, la Bibbia contiene la parola di Dio. Dio non è un grande vecchio con la barba bianca che dice parole… Come le direbbe? In arabo, in greco, in ebraico, in latino? In inglese, oggi? Questa parola è questo logos/logica che fa fiorire la vita, questa è la parola di Dio, questa primavera che fa fiorire la vita, l’energia che accompagna ogni fenomeno vitale perché fiorisca. E allora, nella misura in cui tu ti poni di fronte alla scrittura, tu credente, prendi in mano le pagine dei Vangeli, le pagine dell’Antico e le pagine del Nuovo e fai scaturire da questa Scrittura, da alcuni passi – non da tutti perché alcuni sono irrecuperabili – fai fiorire questa logica/logos della vita che fiorisce e che vuole relazioni armoniose, che vuole l’amore; allora tu fai sì che dalla Scrittura scaturisca la parola di Dio, da intendersi come relazione, relazione armoniosa. Se invece questo non avviene, la lettera diventa una grandissima gabbia entro cui la mente, il cuore e le vite delle persone sono rinchiuse. Ho risposto così alla seconda obiezione, facendo capire che uno: senza mistificare i testi… Èvero, i testi dicono questo, ma ce ne sono altri che dicono delle cose che oggi sono impresentabili.La Bibbia non è più la parola di Dio? No, la Bibbia la contiene. Concludo dicendo quanto segue: a mio avviso, sulla questione della condizione omosessuale e dell’amore omosessuale ci sono due estremi, che vanno entrambi evitati: da un lato negare la dignità della condizione omosessuale considerandola una malattia e una perversione. Dall’altro si fa della condizione omosessuale il punto di vista privilegiato se non addirittura l’unico in base al quale considerare se stessi e le proprie relazioni con il mondo. Questo è l’altro estremo che a mio avviso va evitato. Vedete, voi siete cristiani, siete qui perché siete cristiani ed avete un compito che consiste nel far capire che la propria vita, la vita umana non è riducibile alla sessualità, che il mistero della persona non è identificabile con la sua tendenza sessuale, di qualunque orientamento sia, etero o omo quindi, se il primo estremo è mortificante nei confronti della condizione omosessuale e va superato, l’altro estremo è quello di fare della condizione omo/eterosessuale, insomma della sessualità, il punto di vista privilegiato in base al quale pensare e vedere il mondo; è sbagliato, secondo me. Commette, questo secondo punto di vista, lo stesso errore del primo, quello di pensare che la vita sia solo “bios” e “zoé”, vita biologica e vita animale. Non è così. La vita biologica e la vita animale sono importantissime. Senza la vita biologica e senza la vita animale non fiorisce l’anima, non fiorisce la vita spirituale. Ma la dignità ultima delle persone è più della vita biologica e della vita animale. Io penso che lo specifico dell’essere cristiani in rapporto alla sessualità consista in una particolare visione antropologica che ritiene primo: che l’amore è la dimensione decisiva dell’essere uomo. In che cosa ci compiamo noi come esseri umani? Nell’amore. E, secondo: che tale amore riguarda anche lo spirito, anzi lo spirito ancora più del corpo, perché l’amore vive la sessualità, attiene a tutte le dimensioni dell’uomo, attiene al corpo, attiene alla psiche e attiene allo spirito. Grazie per l’attenzione.
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