Varianza di genere in età evolutiva. Se a distorcerne il senso è anche il giornalismo spazzatura
di Lidia Borghi
“In Italia sono centinaia i ragazzi che vogliono cambiare sesso a volte senza conoscere le conseguenze di un gesto irreversibile.” Così si apre l’inchiesta di Panorama firmata da Terry Marocco sulle bambine e i bambini italiani con varianza di genere. L’articolo, del 24 dicembre 2018, è un cumulo di errori, panzane e testimonianze distorte. Ne ho parlato con Ethan Bonali, uomo trans e attivista LGBT per i diritti delle persone transgender, che lotta anche perché venga approvata una legge sull’autodeterminazione delle persone transgender.
L’articolo, mi dice, ha solo una parvenza di verità. La giornalista ha citato le fonti, le testimonianze sono vere, ha consultato degli esperti fra cui medici, psichiatri, e psicologi, ma ne ha deformato i concetti per rafforzare le false credenze e le paure della gente.
I genitori che hanno accettato di parlare avevano chiesto in modo esplicito che i dati sensibili sui loro figli e le loro figlie fossero omessi, ma così non è avvenuto.
Marocco ha menzionato una presunta epidemia di bambini e bambine che vogliono cambiare sesso ed è stato sufficiente insinuare che le loro vite sono in pericolo per suscitare una reazione di pancia nell’italiano medio. Inoltre ha nominato il sito transfobico transgendertrend.com, fondato da un gruppo di genitori britannici i quali considerano gli inibitori della pubertà una violenza sui minori.
Il fatto, aggiunge Ethan, è che in Italia l’aumento di casi di varianza di genere è sì reale, ma non vertiginoso come è stato scritto; la giornalista ha gonfiato i dati pur di convincerci della veridicità delle sue parole, pertanto l’indagine, invece di soffermarsi sul percorso che queste persone fanno per cercare se stesse, le ha criminalizzate. Inoltre, anziché prendere in considerazione tutto il lavoro che sta dietro a un cammino che dovrebbe essere vissuto in modo tranquillo, con l’appoggio di specialisti che hanno a cuore prima di tutto il benessere della persona, ha scritto che sarebbe in atto una modadel cambiamento di sesso.
Si tratta, continua Bonali, di una strategia politica da quattro soldi adottata per negare i diritti di queste persone e per catalizzare l’odio nei loro confronti.
Tutto già visto, quindi: persone incompetenti, disinformate e in malafede che firmano articoli privi di dati reali, pur di attaccare categorie deboli e sollevare un polverone tale da far vendere qualche copia in più del periodico per il quale scrivono e se qualcuno protesta invocano la libertà di stampa. Quella che ha lavorato all’inchiesta, sostiene Ethan, è un’irresponsabile che ha stravolto un argomento delicatissimo.
Gli chiedo della foto di copertina di Panorama: «Con quel volto ambiguo dal trucco pesante che ne occupa quasi tutto lo spazio, si capisce che hanno voluto stuzzicare la morbosità della gente, anziché fare informazione. Questo è vergognoso.»
Il neo direttore del periodico, Maurizio Belpietro, ha sostenuto di essere stato aggredito, peccato che sia stato lui ad attaccare le persone coinvolte, le quali hanno reagito alle fandonie che lui ha autorizzato a pubblicare.
La speranza di Ethan è che a muoversi siano anche gli ordini professionali, perché c’è bisogno di persone competenti che smentiscano le false notizie divulgate dai quotidiani italiani. «Non possiamo permettere che dalla stampa arrivino articoli che contengono leggende metropolitane sulle persone trans. Pochissimi giornalisti sono disposti a dar voce alla realtà delle cose.»
Come si apprende nel leggere la lettera aperta che diverse associazioni hanno sottoscritto subito dopo l’uscita dell’ignobile pezzo di carta, è prevista un’azione legale, anche se per prima cosa l’ordine nazionale dei giornalisti deve obbligare Belpietro a rettificare quanto detto da Terry Marocco. È una speranza, oltre che un atto dovuto nei confronti delle vittime di questo assurdo gioco al massacro.