Tennis e femminismo. La storia di Billie Jean King
Nel 1968 la grande tennista statunitense Billie Jean King si scoprì attratta dalle donne. Si innamorò di Marilyn Barnett nel 1972 e la loro relazione fu tenuta segreta. Nel 1981, dopo la separazione, Barnett la trascinò in tribunale: diceva di aver diritto alla metà dei suoi beni, ma perse la causa perché la legge della California riconosceva gli alimenti solo alle coppie conviventi eterosessuali. Durante il processo Billie Jean rese pubblica la relazione di fronte al marito e ai genitori omofobi. La sua vita personale fu data in pasto alla stampa e per poco la sua carriera non andò in fumo, a causa del considerevole danno d’immagine che ebbe. Avrebbe potuto staccare un sostanzioso assegno per pagare il silenzio della sua ex, ma scelse di uscire allo scoperto, perse tutti gli sponsor econtinuò a giocare a tennis soloper pagarele spese processuali. In un’intervista disse del suo dramma: “Non ho affrontato bene la cosa. È stato molto difficile. Ho fatto 25 anni di psicoterapia. Mi hanno letteralmente salvato la vita.” Fu grazie alle terapiecheriuscì ad accettare il suo orientamento sessuale.La Billie Jean di oggi è una femminista tenace come e più di allora, oltre che un’icona lesbica, ma quella di ieri era una donna impaurita che la famiglia aveva costretto a dichiarare alla stampa di non essere lesbica, ma che la sua relazione con MarilynBarnettera dovuta a una grande solitudine. Solo molti anni dopo King riuscì a riprendersi la sua vera identità personale. Nel 2017 è uscito il film “La battaglia dei sessi”, che ripercorre alcune fasi della suavita privata e professionale: della King femministaviene fuori lalotta perequipararei ridicolicompensi delletenniste statunitensiaquelli anchea 5 zerideicolleghi, cosa che le riuscì, madella donna lesbicanon viene approfonditoiltremendo dramma interiore.Oggi Billie Jean King è una settantaseienne realizzata e combattiva. Solo lei sa quanto sia grande il dolore che ha provato per diventare se stessa.