Sesso e sessualità secondo il Vaticano. Quando la teologia si trasforma in ideologia
di Lidia Borghi
Quando ho cominciato a osservare più da vicino la Chiesa Cattolica statunitense grazie all’associazione New Ways Ministry(ringrazio Giacomo Tessaro per la traduzione di molti degli articoli del blog dell’associazione, Bondings 2.0) mi sono resa conto di quanto avanti siano le associazioni a favore delle persone LGBTQI e quale opera di sgretolamento dell’ideologia cattolica facciano con l’appoggio di molta stampa.
Il 17 settembre scorso la giornalista Jeanne Follman ha pubblicato sull’edizione internazionale del quotidiano La Croixun saggio in tre parti (https://international.la-croix.com/news/the-catholic-hierarchys-problem-with-sex-part-i/8423) che tocca i punti dolenti della dottrina: gerarchia, sessualità, autorità, ecclesiologia, matrimonio e ordine sacro.
Con una capacità di sintesi non comune, Follman afferma che la teologia bergogliana sul sesso e la complementarietà fra uomo e donna è diventata un’ideologia che pretende di determinare in modo unilaterale i sacramenti, il diritto canonico e l’etica, senza prendere in considerazione altri tipi di teologia, il che tappa la bocca alla riflessione scientifica e alla società attuale.
Follman sostiene che questo è un problema serio per la cosiddetta Tradizione, quella del “s’è sempre fatto così” per intenderci, mentre la teologia ha finito per mettere nei guai il papa di turno sul fatto che questa prevede la piena collaborazione tra fede e ragione, “entrambe creazione di un Dio di bontà.”
Jeanne Follman aggiunge: “Il passaggio da una pluralità di teologie a un’unica ideologia è un problema anche per la Chiesa, perché sottintende che un’unica teologia della sessualità e del genere debba improntare l’etica e il diritto canonico.”
Ed ecco l’affondo della giornalista, il riferimento ai Vangeli: chi ha fede in Gesù Cristo sa che è Dio fatto uomo e che ha cancellato i nostri peccati, solo che sono tante e diverse le teologie che ce lo fanno sapere e tutte ci trasmettono degli aspetti che sono molto importanti per la nostra esperienza spirituale. Follman parla di “una ricca fede a tre dimensioni, che può essere vista da molte angolazioni.” Ecco perché non è possibile che ne esista una sola, attorno alla quale costruire un’etica che considera eretiche le altre.
E papa Francesco? Lungi dall’essersi discostato dalla linea tenuta dagli altri papi contemporanei, continua ad adottare l’unica teologia possibile per il Cattolicesimo, quella in cui esistono solo il maschile e il femminile nella loro complementarietà: uomo e donna, paterno e materno, attivo e ricettivo, guida e cura. Ecco perché il matrimonio è solo eterosessuale, perché “se i tratti della personalità umana si dividono tra i due generi, una coppia sana avrà bisogno di entrambi.”
E la scienza? Siccome non le è possibile dimostrare tutto ciò e siccome sia le coppie formate da persone dello stesso sesso che quelle formate da persone del sesso opposto dimostrano la stessa cura nei confronti della prole e siccome il concetto di maschile e femminile è smentito dall’esistenza di persone intersessuali, transessuali e diverse altre, ciò significa che la teologia del corpo è inadeguata.
E l’antico Testamento? Ecco le parole di Follman: “Prendere un immaginario, con le sue analogie, legato a un periodo specifico, in modo letterale e farne uno standard permanente di ortodossia, è idolatria, né più, né meno.” Ecco perché l’autorità papale non può essere sfruttata per difendere quella che il Cattolicesimo definisce l’unica, la vera teologia, altrimenti questa viene sfruttata per scopi ideologici. Al centro della fede ci sono Dio e il Cristo. Il resto è idolatria.
E il Concilio Vaticano II? La giornalista auspica che si riparta da lì per aiutare la Chiesa ad abbandonare la sua visione retrograda del sesso.