Ruggiti dalla terra di nessuno. La storia di Viara e Diliana
Viara e Diliana sono nate a Ruse, in Bulgaria e fanno coppia fissa. La vita in una nazione omofoba non è facile per due donne che convivono, che non possono sposarsi e che da pochi mesi hanno avuto un figlio.
La televisione bulgara Nova Tv le ha intervistate nel 2019 durante la trasmissione Nicia zemia, Terra di nessuno; all’epoca Diliana era al quinto mese di gravidanza e ha spiegato che entrambe saranno le madri del bambino. Quando viene chiesto loro se un figlio o una figlia che crescono in una famiglia omosessuale diventeranno omosessuali a loro volta, sorridono e rispondono che il lesbismo non è contagioso.
Il loro amore è nato sui social: hanno notato le rispettive fotografie, si sono piaciute, hanno cominciato a scriversi e, dice Viara: «il nostro amore si è incendiato.» Avevano già capito di amarsi perché si somigliano nella testa, lo sentivano, avvertivano che la loro sarebbe stata una relazione stabile.
Si sono sposate con una cerimonia simbolica, come quelle che si sono svolte qui in Italia quando la legge Cirinnà non era stata ancora approvata. È Diliana ad aver chiesto a Viara di sposarla: «Un giorno eravamo in cucina e le ho datol’anello di fidanzamento.»
Gli ovuli di Viara sono stati impiantati nell’utero di Diliana, quindi il figlio ha il patrimonio genetico di entrambe; hanno deciso che sarebbe stata Diliana a portare a termine la gravidanza ed è nato Victor Manuel; ci hanno messo un anno e mezzo e quattro tentativi per il concepimento e solo all’ultimo Diliana è rimasta incinta; «È il figlio più in comune che possa esserci fra due donne.» dice Viara. Tanti medici erano contrari alla loro scelta, ma loro hanno girato un po’ di cliniche e ne hanno trovati alcuni disposti a sottoporre Diliana all’inseminazione artificiale. Il donatore è anonimo per evitare che in futuro possa cercare il figlio o accamparedelle pretese. «La gente dirà che stiamo mescolando Dio alle nostre cose sbagliate, ma non è vero. Fatemi vedere dove sta scritto che non possiamo amarci, fatemelo vedere.»
Pochi mesi dopo aver rilasciato l’intervista, dai social sono piovuti loro addosso insulti e offese; addirittura c’è chi ne ha paura perché pensa che pretendano di rappresentare l’intera società: «La società è la società e noi siamo noi. Nessuno si senta offeso dalle nostre parole.» Viara e Diliana hanno preso atto che i bulgari sono diventati molto aggressivi e che non fanno altro che sputare, qualsiasi cosa dicano o scrivano; «Viviamo in una società di odiatori, chiunque tu sia ti aggrediscono.» dice Viara.
Vogliono che il parlamento bulgaro approvi la legge sul matrimonio ugualitario e si augurano che in questo modo la gente possa abbandonare la propria mentalità chiusa; non si possono dividere le persone in normali e anormali, ciascuno è com’è. Non intendono andarsene dalla Bulgaria e ritengono che lo stato sia pronto per accogliere loro figlio.
Sulla carta d’identità di Victor Manuel sarà scritto solo il nome di una madre, ma a casa lo saranno entrambe. Almeno all’inizio all’asilo avrà delle difficoltà, perché le bambine e i bambini sono crudeli e non solo nei confronti di un figlio con due madri, ma anche verso uno grasso o uno con gli occhiali. «Nostro figlio dovrebbe andare fiero di avere due madri; molte persone non ne hanno nemmeno una. Per la maggior parte delle persone non sarà un problema: i bambini crescono imitando i comportamenti dei genitori e possono apprendere il modello maschile da zii, nonni e altre figure di riferimento. Quando verrà il tempo a nostro figlio spiegheremo perché non ha un padre.»
Viara e Diliana hanno fatto un gesto rivoluzionario in una società di indifferenti. È l’indifferenza a essere contagiosa, non l’omosessualità; l’individuo indifferente è malato e si aggrava se non giudica e offende le persone diverse da lui, se non le odia, se non prova a distruggerle con le sue parole d’odio. Le regole sono importanti, ma devono comprendere i diritti di tutti.
Traduzione della fonte video a cura di Bistra Caparkova.