Quando il matrimonio non è un diritto per tutt*
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Chi frequenta questo spazio privilegiato per i cortometraggi mi scuserà se ho deciso di dedicare il seguente post più che ad un corto vero e proprio ad uno spot – non è raro che io lo faccia – dedicato al matrimonio fra persone dello stesso sesso o SSM (Same Sex Marriage). Risale infatti al 14 dicembre 2012 l’ennesima esternazionedel capo della chiesa cattolica, Joseph Ratzinger, contro aborto, eutanasia e matrimoni gay (sic), tutte “gravi minacce per la pace”.
Inutile sottolineare l’evidente anomalia insita nelle parole del papa il quale, mentre parla della pace e del modo di renderla un fatto reale, a poche settimane dalla Giornata Mondiale della Pacedel primo gennaio 2013, si premura di attaccare una parte assai consistente della popolazione mondiale – quella formata da lesbiche e gay, cattolici e non – ai quali l’accesso al matrimonio è interdetto per la mancanza di leggi a tutela di una minoranza civile che viene discriminata e fatta oggetto di violenza omofobica in molte nazioni.
E così, mentre la rete si mobilitava, durante le ore seguenti la divulgazione del documento vaticano – attraverso siti internet e Social Network– per dire la sua contro il mucchio di parole d’odio divulgato da Ratzinger, veniva confezionato uno spot di un minuto e dieci secondi in cui diverse persone di entrambi i sessi dichiarano la loro identità di genere, il loro orientamento affettivo e sessuale e i rispettivi ruoli sociali di madre e padre/genitori, figlia, figlio, moglie/sposa e marito/sposo, per affermare che – loro sì – possono sposarsi ma, chi ha un’identità di genere oppure un orientamento sessuale altrorispetto al resto della popolazione, non può accedere all’istituto matrimoniale, nonostante esso sia un diritto per tutte le persone, come recita la Carta costituzionale della Repubblica italiana all’articolo 29.
Ideato, prodotto e voluto in modo deciso e forte per urlare tutta la nostra indignazione, questo corto di utilità sociale fatto come uno spot è stato messo insieme nel giro di poche ore dal progetto CONDIVIDILOVE, un’iniziativa del tutto libera il cui marchio è accessibile a chiunque – privata/o cittadina/o od associazione – voglia far sua la campagna sociale per il riconoscimento degli stessi diritti/doveri anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso.
Recita una parte del comunicato ufficiale che si può leggere sul sito di CONDIVIDILOVE: «In un paese come l’Italia il cambiamento non ha alcun illustre testimonial. Deve quindi partire dal basso, con tutti i mezzi di cui dispone. Il primo, mai come oggi, è la condivisione.» Ecco spiegato il perché di questa lodevole iniziativa, organizzata e portata avanti da un gruppo di persone di varie estrazioni sociali e di diverso orientamento affettivo e sessuale le quali sono convinte che questa battaglia dovrebbe appartenere a tutte e tutti noi, in modo del tutto indipendente dalle nostre differenze. Perché l’amore è un diritto di ogni individuo.
All’indomani delle dichiarazioni ufficiali di leader e capi si stato o di governo quali David Cameron in Gran Bretagna e di Barack Obama negli Stati Uniti d’America, i quali si sono schierati a favore del Same Sex Marriage, suonano ancor più terribili, quindi, le parole di quell’altro capo di stato, Joseph Ratzinger, al quale spetterebbe il compito di mantenere unita l’Ecclesiaovvero l’assemblea formata dalle donne e dagli uomini cristiani di tutto il mondo grazie al messaggio evangelico d’amore e di concordia.
L’iniziativa di CONDIVIDILOVE è non solo lodevole, ma anche doverosa e dà a tutte e tutti noi la possibilità di portare il nostro contributo fattivo al progetto mettendoci la nostra faccia ovvero caricando all’interno di una pagina del sito internet ufficiale una nostra foto, anche in compagnia della persona che amiamo, accanto alla quale il sistema apporrà un cuore rosa con su scritto “Noi siamo un pericolo per la pace”. Già alcune centinaia sono le fotografie di così fatte che circolano per il web, a riprova del fatto che questa campagna di sensibilizzazione, grazie ad un corto semplice quanto efficace, sta dando i suoi primi frutti, coinvolgendo persone di ogni parte d’Italia, note e meno note.
Anche il quotidiano PubblicoGiornaleha dedicato un trafiletto CONDIVIDILOVE e all’evento collaterale che si è svolto, a mo’ di sit-in, in piazza San Pietro domenica 16 dicembre scorso, quando un gruppo di persone – a titolo del tutto personale – grazie ad un cartoncino color rosa con su scritte diverse frasi a favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso, hanno protestato in modo pacifico la loro contrarietà alle dichiarazioni papali.
Iniziative come questa dovrebbero essere organizzate ogni giorno in modo martellante, affinché il Parlamento italiano prendesse una volta per tutte una posizione certa contro la diseguaglianza sociale che si abbatte sulle persone LGBT, nel nostro Paese; in questo modo Camera dei deputati e Senato della Repubblica mostrerebbero di essere formati da persone civili non asservite ad alcuno stato estero.
E tu che cosa stai aspettando? Mettici la faccia!
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Lidia Borghi