Piazzale Roma 8.30. Un comizio d’amore altro
Piazzale Roma 8.30. La giusta combinazione (I, 2012, 18′,22”) è un cortometraggio prodotto nel 2012 da un laboratorio formato dalle classi IV B e IV C del liceo scientifico statale G. B. Benedetti di Venezia; questa attività è nata grazie all’Osservatorio Queer dell’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Venezia il quale, da diversi anni a questa parte, si occupa di stereotipi, pregiudizi ed omofobia in relazione all’orientamento affettivo e sessuale e all’identità di genere.
Il video è stato quindi presentato il 18 maggio 2012, in occasione delle numerose attività connesse alla giornata internazionale contro l’omofobia, presso l’aula magna di Ca’ Dolfin del capoluogo veneto, nell’ambito del più ampio progetto sociale denominato Parole d’amore (organizzato da Sara Cavallaro, docente, Delia Vaccarello, giornalista e Fabio Bozzato, giornalista freelance), al quale spetta il compito di divulgare programmi, metodologie e strumenti d’intervento che siano in grado di combattere la piaga dell’omofobia negli ambienti scolastici.
Piazzale Roma 8.30 è un utile strumento dedicato all’ambiente di docenti, educatrici ed educatori e della formazione scolastica in genere ed è strutturato a mo’ di inchiesta visiva sulla falsa riga dei Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini, di cui compaiono alcuni spezzoni all’inizio e verso la fine del corto scolastico; e così le domande poste alle persone che si sono avvicendate di fronte alla telecamera hanno toccato proprio tutti i temi legati ai pesanti pregiudizi che riguardano il mondo delle lesbiche e dei gay: ogni argomento è stato introdotto da un titolo scritto con il gesso sulla lavagna da un gruppo di studenti.
Tutto il personale del liceo Benedetti è stato coinvolto nel progetto, anche quello non docente, consegnandoci un quadro d’insieme – a tratti desolante ma, a volte, positivo – di come quel ristretto ambiente sociale consideri l’omosessualità: una sorta di grande calderone in cui, assieme alla confusione fra identità di genere ed orientamento sessuale, sono finiti anche il pregiudizio di origine biblica, la presunta incapacità di crescere le creature in modo sano da parte delle coppie formate da persone dello stesso sesso, la discriminazione e, ultima ma non per questo meno importante, l’emarginazione alla quale sarebbero condannati i gay e le lesbiche, le cui vite vengono percepite come lontane da sé e – quel che è peggio – distanti da una presunta norma sociale, che li vorrebbe soli ed infelici.
Piazzale Roma 8.30 è un’inchiesta riuscita che ci parla d’amore altro, dei tanti pregiudizi che hanno messo radici nel nostro Paese e che risultano assai difficili da estirpare e dei diritti negati alle ed agli esponenti del mondo LGBT, come si evince dai pensieri espressi dalle tante persone intervistate dal gruppo di lavoro del liceo veneziano; assai interessante ed efficace, a tal proposito, l’apparente contrasto tra i filmati di repertorio contenenti le interviste pasoliniane e le risposte date dalle e dai protagonisti, a riprova del fatto che in Italia, a quasi cinquant’anni dai Comizi d’amore, il quadro sociale riguardante i gay e le lesbiche non è mutato e che, anzi, in alcuni casi, la mentalità dell’opinione pubblica è regredita.
Segnalo inoltre che, proprio mentre questo articolo viene pubblicato sul web, a Venezia, presso la Casa del cinema sita nel Palazzo Mocenigo – San Stae 1990, Piazzale Roma 8.30. La giusta combinazioneviene proiettato in concomitanza con la presentazione del quaderno Noi che amiamo e odiamo gli altri (scaricabile QUI), voluto e realizzato da Gianfranco Bettin, assessore alle Politiche giovanili del Comune di Venezia e da un nutrito gruppo di persone addette ai lavori dei più importanti ambiti d’azione a contrasto dell’omofobia di tipo scolastico, tra cui sociologia, psicologia, giornalismo ed istituzioni locali; nato da una serie di incontri con insegnanti di tre istituti scolastici superiori di Venezia, questo prezioso quaderno racchiude gli esiti di quelle sedute di discussione e di riflessione, offrendoci un mezzo operativo efficace per superare le difficoltà che il personale, docente e non, incontra nell’affrontare il pregiudizio e la discriminazione di stampo omofobico nel quotidiano.
In un periodo come quello attuale, reso incandescente a livello culturale dal forte dibattito innescato da Ernesto Galli della Loggia in merito all’omosessualità dal punto di vista psicanalitico, ben vengano eventi come quello appena descritto; ogni volta che una scuola italiana – in collaborazione con le istituzioni locali – mette mano alla produzione di inchieste visive di denuncia sociale dell’omofobia, non si fa altro che contribuire a sgretolare, pur se di poco, la vieta mentalità di quante e quanti, aggrappandosi a teorie superate da decenni, pretendono di emarginare ancor di più il mondo LGBT italiano, fomentando in tal modo l’odio di stampo omofobico che ha il suo terreno più fertile proprio in famiglia e a scuola, là dove le giovani generazioni dovrebbero crescere ed evolversi a partire dall’accoglienza e dall’inclusione di coloro che la società vorrebbe meritevoli d’emarginazione e di discriminazione.
PIAZZALE ROMA 8:30. LA GIUSTA COMBINAZIONE
Video inchiesta profotta nell’ambito del progetto Forme d’amore(legge 28 agosto 1997 n. 285: Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza)
A cura di
ALBERTA BASAGLIA
FABIO BOZZATO
SARA CAVALLARO
FRANCESCA MAGAROTTO
DELIA VACCARELLO
Con i ragazzi e le ragazze delle classi IV B e IV C e l’insegnante Rita degli Esposti del liceo scientifico statale G.B. Benedetti di Venezia
Prodotto da:
Città di Venezia
Assessorato alle politiche giovanili e pace
Osservatorio Queer
Montaggio e post-produzione
Paolo Paganin
Filippo Rezzadore
Guardail corto
Linkdi pubblicazione
Lidia Borghi