Percorsi di vita lesbica. Quello di Odette Hasenfratz è diventato un libro
Leggendo il libro “Un percorso di vita diverso”, che segna l’esordio letterario della fotografa Odette Hasenfratz, si ha modo di riflettere, di commuoversi, di leggere una testimonianza diretta ma, soprattutto, di ridere. Molto. A volte a denti stretti, altre a crepapelle, a riprova del fatto che ben più di una sana risata è parte integrante della vita dell’autrice. Fotografa professionista, svizzera di nascita ma siciliana d’adozione, Odette ha dato vita ad un testo agile e leggero nonostante diversi siano i periodi della sua esistenza passata che devono averle provocato ben più di qualche problema. Alti e bassi di un tragitto umano di cui l’orientamento affettivo e sessuale di Hasenfratz è parte integrante ed inscindibile. Un motivo più che valido per far sì che la sua narrazione sia letta da un pubblico sempre più vasto. Di seguito l’intervista che, nonostante i suoi innumerevoli impegni, l’autrice è riuscita a rilasciarmi
L’articolo è stato pubblicato anche sul sito del DGP
Chi è Odette Hasenfratz?
Sono italo-svizzera, sono una fotografa freelance e vivo da oltre otto anni in Sicilia, terra dove ho partorito il mio primo libro: “Un percorso di vita diverso”.
Perché un titolo come “Un percorso di vita diverso”?
Essendo un testo autobiografico, in esso racconto le vicissitudini della mia vita, che risulta essere sempre stata piuttosto altalenante lungo il suo percorso.
Di che cosa parli in esso?
Attraverso il mio libro ho voluto condividere le mie emozioni; la mia vita è sempre stata accompagnata da periodi sia tristi – spesso drammatici – che felici ed in questo ho voluto confrontarmi, mettermi a nudo con le lettrici ed i lettori. Per poter condividere le mie esperienze di vita in modo ottimistico ma anche con una buona dose di autoironia!
Quale messaggio hai voluto offrire con “Un percorso di vita diverso”?
Tramite il mio libro ho anche voluto condividere il mio orientamento sessuale principalmente per comunicare che non esistono le differenze, ma anche per trasmettere, far capire, come si può vivere serenamente la propria omosessualità. Inoltre io non voglio mai vedere il male nelle persone, quindi sono un vero “libro aperto”, dunque per me è stato bellissimo poter descrivere e condividere il mio coming-out, le mie esperienze omosessuali, in famiglia come con chi legge. Inoltre ho anche voluto trasmettere un messaggio estremamente importante per combattere il razzismo, l’omofobia, soprattutto nei confronti dell’orientamento sessuale altrui; forse sarà utopistico, ma spero – anzi mi auguro vivamente – che un giorno tutto questo cambi! Che un giorno non ci saranno più le differenze e che li diversi orientamenti sessuali – cioè che essere omosessuale, eterosessuale o bisessuale o quant’altro – non vengano più visti come una differenza, ma bensì come una normalità!
A che punto siamo, secondo te, in termini di diritti umani, nel mondo di oggi?
Purtroppo, mi sono accorta che ancora oggi, nella nostra società, ho la netta sensazione di regredire, per il fatto che negli ultimi anni sussiste sempre di più una forte componente di aggressività sociale, che colpisce le “cosiddette” minoranze sociali; questo mi dispiace molto, tutto questo lo trovo gravissimo.
Che cosa ti attendi da questo tuo progetto editoriale?
Da questa mia pubblicazione mi aspetto un ottimo riscontro in quanto ritengo, leggendo le varie recensioni che ricevo giornalmente dai miei lettori, che il mio libro sia estremamente scorrevole, con un linguaggio schietto, semplice ma soprattutto vero, senza alcuna pretesa letteraria! Ho trovato molto bella la frase di una mia lettrice, Violetta, che mi pregio di riportare: “Un percorso di Vita diverso” è una boccata d’aria di montagna pura e fresca.” Personalmente ritengo che questa asserzione di Violetta racchiuda molto bene quello che io voglio trasmettere attraverso il mio libro! Come anche l’intervento di un’altra mia lettrice, Rosaria, che scrive: «Lettura facile e veloce. Racconto di una vita travagliata, meditata, sofferta, vissuta… L’autrice ci prende per mano e ci proietta in un lungo
viaggio… Il suo viaggio di vita. Viaggio alla ricerca del proprio “io”, della propria identità, delle proprie origini… Un racconto
di vita raccontato con coraggio, ardore, lealtà.»
Hai altro da aggiungere in merito?
Sì, attraverso il mio percorso voglio comunicare l’ottimismo, anche attraverso le proprie lacrime, anche quando ci circonda il buio, quando intorno non vediamo spiragli di luce, vediamo tutto nero; allora è importante cercare comunque “la luce”, far uscire la nostra vitalità, la forza che alberga in ognuno di noi, il nostro senso di sopravvivenza! Inoltre vorrei aggiungere – anche se in modo un po’ polemico – che ad abbattere queste differenze dovrebbe aiutarci magari un reale stato laico, che non costringesse delle persone a scendere in piazza per richiedere il riconoscimento dei propri diritti, come il riconoscimento delle unioni civili; per esempio per permettere alla propria compagna o compagno di starci accanto in un’infrastruttura pubblica, quando occorre! Proprio per questo porto avanti tale messaggio, cioè che tutte le differenze che vediamo sono unicamente dei dettagli, cioè il concetto che ogni essere umano vale appunto come essere umano, qualsiasi sia la sua funzione ed il suo ruolo. Il giusto proposito sarebbe di fare in modo di trovare le modalità più idonee per andare tutti d’accordo!
So che il recente dibattito, accesissimo anche nel nostro Paese, in merito al matrimonio egualitario ed alle famiglie omogenitoriali, ti ha colpita molto e che hai qualcosa da dire a proposito delle adozioni.
Sì, le adozioni, un argomento assai diffuso anche nel mio paese natìo (la Svizzera): lì le coppie omosessuali sono riconosciute dal 2005 e tuttora si sta dibattendo tale questione; io sono in completo accordo per le adozioni da parte delle coppie omosessuali. In proposito ci sono fior di studi soprattutto negli USA, inerenti l’emisfero socio-psicologico dei bambini adottati da coppie gay, ma purtroppo in Italia la vedo ancora “troppo” lontana come realtà, ma come sempre amo dichiarare: “mai dire mai nella vita”! Credo inoltre nella stabilità delle relazioni gay come in quelle eterosessuali, non vedo differenze in questo senso, cioè che sia nelle coppie omo che etero ci sono relazioni stabili come no. Nei miei innumerevoli incontri di coppie lesbiche e gay, ho conosciuto molte coppie stabili, ma il tutto dipende da una diversificata intelligenza e dal voler capire il proprio partner, oltre ad una buona e sana apertura la dialogo, che per me deve essere basilare in ogni coppia!
Infine, Odette, che messaggio ti senti di consegnare nelle mani delle lettrici e dei lettori del Progetto Gionata su fede e omosessualità?
Mi auguro che in futuro, spero al più presto, anche in Italia gli omosessuali siano più tutelati, poiché credo fermamente che sia sempre più importante accreditare le testimonianze, come le mie, per dare una maggiore visibilità al mondo LGBT.
Lidia Borghi
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