“Margarita, With a Straw”. Una recensione
Laila Kapoor è una ragazza indiana che vive sulla sedia a rotelle per una paralisi cerebrale, sta finendo il liceo e presto inizierà il percorso universitario. Laila è la protagonista del film “Margarita, With a Straw” sceneggiato e diretto dalla regista Shonali Bose e interpretato da Kalki Koechlin.
Diverse le chiavi di lettura della pellicola: l’accettazione di sé, la tenacia, la forza di volontà e, non ultima, la sessualità, che gioca un ruolo importante nella vita della giovane.
Per sviluppare la figura di Laila, Bose ha preso spunto da sua cugina, Malini Chib, affetta da paralisi cerebrale, attivista dei diritti delle persone disabili e autrice del libro “One Little Finger”, in cui parla anche della lotta per il riconoscimento dei suoi desideri sessuali.
Sul numero di dicembre 2019 di “Tempi di fraternità” ho dedicato all’argomento della sessualità delle persone con handicap un articolo sul ruolo dell’assistente sessuale, a partire dal libro “L’accarezzatrice” di Giorgia Würt.
Quando si pensa alle persone con deficit motorio o cerebrale, non si immagina che possano provare desiderio sessuale, come se fossero dei pupazzi semi animati lisci come bambole; al contrario, Laila come tante altre lo prova e la sua vicenda la porterà a innamorarsi e a vivere una relazione appagante.
Il film ci mostra una giovane tenace e volitiva che affronta le difficoltà quotidiane con grande determinazione; appena iscrittasi all’università di Delhi, riceve una borsa di studio di sei mesi in scrittura creativa presso la New York University. Una mattina, durante una manifestazione delle e dei militanti di “Occupy Wall Street”, incontra Khanum, una ragazza cieca di cui si innamora; Khanum è una donna emancipata che non si fa abbattere dalla sua menomazione, è autonoma e vive da sola.
La vita sessuale della protagonista è soddisfacente e il sentimento che la lega a Khanum si rafforza sempre di più.Il viaggio a New York rappresenta il discrimine fra la sua vita di liceale e quella di giovane donna indipendente e consapevole della sua forza interiore, la morte della madre la consegna all’età adulta.La parte più impegnativa del ruolo della protagonista è stata rendere verosimile il suo personaggio, così Koechlin ha cominciato a frequentare Malini Chib per capire come una persona con paralisi cerebrale riesca a muoversi; l’attrice ha detto: “Ho vissuto con lei, sono uscita, sono andata a bere, a ballare, ho fatto di tutto per capire cosa dovevo fare nel film.” ha cominciato quindi a usare la sedia a rotelle tutti i giorni e, pur di riuscire a riprodurre la balbuzie di Malini, si è messa delle biglie in bocca. “Anche respirare in una tale condizione è diverso. I tuoi polmoni prendono meno aria e quando riesci a finire una frase, sei senza fiato, quindi la finisci in un altro respiro.”
La regista ha detto: “In India non abbiamo affrontato la sessualità dei disabili e questo mi ha entusiasmato come cineasta.” infatti è riuscita nell’intento di dar da pensare a molte e molti sul desiderio sessuale delle persone disabili senza scadere nel melodrammatico o nel politically correct e chi guarda il film si rende conto che la presunta asessualità degli individui con disabilità è solo un pregiudizio da ignoranti.
Come ha affermato Bose, questo film è “una storia di formazione sul viaggio di una donna alla ricerca dell’amore.”Per girare “Margarita, With a Straw” la regista ha dovuto chiedere un prestito, poiché il budget di partenza era limitato a causa del tema scomodo; quando il film è uscito in India, paese in cui l’omosessualità è reato, Bose ha dovuto fare i conti con la censura, ma ha detto: “Sono fiduciosa che il pubblico indiano accetti il film perché è veloce ed emozionante.” e così è stato.Il sesso è uno fra i tabù più difficili da scardinare e quello fra le persone disabili è considerato uno stigma, ci si augura quindi che pellicole come questa possano contribuire almeno a incrinare il muro di indifferenza e disprezzo dietro al quale si nasconde il perbenismo