L’appuntamento della Capitale con il cinema LGBTI si chiama Queering Roma
Queering Roma è giunta alla terza edizione ed è la vetrina romana per eccellenza del cinema LGBTI; quest’anno ha avuto luogo durante l’ultima fine della settimana di novembre e – udite udite – per la prima volta è stata ospitata presso la Casa del cinema di Villa Borghese.
Organizzata dall’associazione Armilla grazie anche al contributo della Provincia di Roma, la rassegna opera in collaborazione con il Torino GLBT Film Festival – Da Sodoma ad Hollywood per far sì che l’opinione pubblica davvero interessata a portare avanti un vero discorso di inclusione possa documentarsi in merito alla cinematografia LGBTI di tutto il mondo.
Come recita uno dei comunicati presenti sul sito ufficiale del Queering Roma, «Il respiro internazionale, l’approccio curioso e multiforme a tutte le sfaccettature del mondo LGBTQ, la possibilità di fruire di film esclusi dai circuiti ufficiali di distribuzione, sono questi gli elementi fondamentali che caratterizzano la Festa del Cinema Lesbico Gay Bisex Trans Queer della Capitale.» E da tutto il mondo, da tre anni a questa parte, provengono le opere che danno lustro alla vetrina romana, per non parlare della ricchezza degli eventi collaterali, fra cui spiccano i convegni a tema con ospiti d’eccezione, le mostre d’arte e i continui riferimenti alla letteratura.
Sì, perché Queering Romafa cultura e la divulga a piene mani, mettendo al centro della sua multiforme offerta la memoria che, nel caso del mondo LGBTI, è minata alla base dal pregiudizio e, quindi, passata il più delle volte sotto silenzio. E così le tante storie narrate da questo importante appuntamento con la cultura LGBTI, spesso schifate dai circuiti ufficiali della cinematografia mondiale, a Roma trovano un fertile terreno sul quale fare attecchire i saperi arcobaleno, al fine di scardinare i tanti stereotipi che circolano intorno alle persone LGBTI e, con essi, le forme di ipocrisia e di discriminazione, spesso sottile, cui vengono sottoposte milioni di persone nel mondo solo perché hanno un orientamento affettivo e sessuale altro.
L’offerta di cortometraggi del Queering Roma ha visto la proiezione di alcune opere tutte italiane, il che dovrebbe riempirci d’orgoglio. Di seguito l’elenco completo.
Il mondo sopra la testa, di Peter Marcias (Italia, 2012, 12’) – un corto d’animazione che vede un gruppo di persone LGT rapire nientemeno che un capo politico alquanto influente al fine di estorcere un riscatto
Una notte ancora, di Giuseppe Bucci (Italia, 2012, 11’) – un esempio di cinema breve che vede un uomo, lasciato dal giovane amante, in preda ad un’ossessione che si scoprirà solo alla fine della vicenda
Sandanski, di Paolo Ferrarini (Italia, 2011, 5’) – cinque intensi minuti per narrare la storia di un possibile alter ego di Alfredo Ormando, l’omosessuale che si diede fuoco in piazza San Pietro per protestare contro le discriminazioni operate dal Vaticano nei confronti delle persone lesbiche e gay
Ventidue. Tante sono le pellicole che l’evento del Queering Roma 2012 è riuscito ad offrire al pubblico. Ventidue esempi di cinema che non approderanno mai sugli schermi del grande cinema ma che, grazie alla rassegna romana, haano la possibilità di fare il giro dello Stivale. Ventidue esempi di inclusione e di comprensione culturale di tanti modi di essere.
Alcune segnalazioni, quasi in conclusione: ottima la presenza di opere di cinema lesbico, per non parlare dell’omaggio all’attivista lesbica statunitense Audre Lorde, in un documentario montato da Dagmar Schultz ed intitolato Audre Lorde – The Berlin Years 1984 to 1992 (D, 2012, 84′) in cui la poetessa nera di New York viene ritratta in rare immagini di repertorio nell’atto di dar vita al movimento afro-tedesco nella capitale della Germania alla vigilia della caduta del muro di Berlino.
Per non parlare dell’altro documentario, Vito (USA, 2011, 93′), dedicato al grande Vito Russo, colui che scrisse il libro The Celluloid Closet, da cui Robert Epstein e Jeffrey Friedman hanno tratto l’omonimo film in cui affrontano il tema dell’omosessualità nelle rappresentazioni cinematografiche di Hollywood. Anche in questo caso una miniera d’oro di immagini e narrazioni personali dell’epoca tutte incentrate su un uomo di cultura che nel 1990 venne ammazzato dal virus dell’HIV.
Mi preme infine fare un breve riferimento al documentario breve Fuori dal video – Il movimento gay sul piccolo schermo 1972-1982 (I, 2012, 38′),
curato dal Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli e da Enrico Salvatori, in cui trovano posto diversi filmati d’archivio presi dalle Teche Rai; un grande tributo storico, dovuto, alla cultura omosessuale del nostro Paese.
Potrei mai non concludere questo mio post con il consueto predicozzo riguardante la fatica che fanno i tanti festival cinematografici italiani a sopravvivere a seguito della recessione e degli ingenti tagli alla cultura operati da alcuni governanti? E invece rivolgo il solito invito alle autrici ed agli autori di opere brevi: si affrettino a completare i loro cortometraggi. Ad attenderli c’è un’intera stagione di rassegne e di concorsi, in partenza da gennaio 2013.
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Lidia Borghi