L’amore oltre la condanna. Transgender e intersex smontano la Fake News del documento Maschio e femmina li creò
All’inizio dell’estate la Congregazione per l’educazione cattolica aveva divulgato un breve trattato che ha raccolto molti giudizi negativi, soprattutto da parte delle persone transgender e intersex, che vi vengono chiamate in causa in quanto soggetti malati. Ho fatto un’altra chiacchierata con Ethan Bonali per vederci chiaro.
Ethan mi dice che la Chiesa cattolica fa finta di accogliere e porta come esempio le persone intersex: “Faccio il mio dovere di bravo cristiano e ti accolgo, ma soloperché sei unapersona sofferente e malata poiché, in quanto tale, tu non rappresenti l’umanità.”
Si tratta di un atteggiamento molto pericoloso che legittima le operazioni chirurgiche per eliminare l’indeterminatezza sessuale nelle bambine e nei bambini intersex e che sottolinea come a intervenire debba essere la medicina, non i genitori o la società, la cui scelta sarebbe arbitraria; è una posizione terribile, «perché in tutto il mondo le mutilazioni genitali sono equiparatealla tortura.» conclude Ethan.
Il 24 giugno scorso le organizzazioni intersex hanno fatto una dichiarazione congiunta in cui dicono di esserepreoccupate per la posizione espressa nel documento: “L’idea che interventi medici forzati e coercitivi siano necessari per costruire identità sane non è mai stata provata scientificamente. La scienza medica non dovrebbe essere usata per ‘costruire identità individuali’ sulla base di stereotipi di genere superati.”
Altro paragrafo, altro danno, stavolta agli individui transgender: Ethan snocciola una serie di aggettivi il cui uso non fa che delegittimarle: “fittizio”, “opinabile”, “personale”, “relativo”, parole che tendono a non riconoscerne il valore in quanto persone e «a eliminarle dallo spazio politico e sociale.»
Malgrado la maggior parte delle testate nazionali abbia parlato di apertura all’ascolto, il documento della Congregazione per l’educazione cattolica ha usato le persone intersex e transgender non tanto per attaccarle, ma per svalutarle rispetto alla famiglia naturale fondata sul matrimonio tra maschio e femmina, il cui ruolo è l’unico possibile nella società, quindi «per ribadire lo stato delle cose, che sono così perché sono così e basta.» Pertanto le due categorie minoritarie vengono sacrificate per controllare la maggioranza.
Il messaggio che il trattato trasmette sottotraccia è: “Io Chiesa cattolica faccio finta di accogliere quelle minoranze, che soffrono a causa della discriminazione, ma le emargino perché non sono né maschi né femmine.” Ethan aggiunge: «L’invadenza della Chiesa è imperdonabile, dovrebbero chiedere scusa.»
Il documento ha un unico scopo, quello politico ed è rivolto non tanto agli/alle insegnanti di religione, quanto ai genitori e ai loro figli per spaventarli: «È una dichiarazione di guerra sulla pelle dei bambini che si basa sulle parole d’odio: questo documento ha la tipica struttura dell’hate speech, perché inizia dicendo che siamo in uno stato d’emergenza e di pericolo e individua delle categorie che non dice essere colpevoli, ma coinvolte nel gender sì. Tutto il documento è impostato per far passare un messaggio di fondo, quello della difesa della cultura europea, che è binaria.»
Negli Stati Uniti il manuale è stato assai criticato da teologi, canonisti, educatori e operatori pastorali; la teologa britannica Tina Beatty ha scritto che “Se la gerarchia cattolica potesse lasciar andare la sua paura e resistenza a qualsiasi suggerimento di fluidità o diversità di genere, scoprirebbeche la tradizione cattolica è di per sé un fluido di genere. […] Sarebbe meglio per tutti noi se tacesse semplicemente, perché non ha la competenza, il rispetto e la conoscenza per contribuire in modo significativo a quel dialogo.”
John Gehring, di Faith in Public Life, ha affermato che “Èun po’ irritante eun atto di arroganza teologicache una gerarchia composta da maschi celibi, che non hanno davvero alcuna esperienza dicosa significhi essere in una relazione sessuale sana,insegniai fedeli lequestioni LGBTQ.”