I viaggi dell’amore
Sono i viaggi dell’amore. Ne ho parlato con Annalisa, volontaria dell’associazione Noi genitori di tutti onlus, fondata in Campania da un gruppo di madri della terra dei fuochi che hanno perso i loro bambini malati di tumore e da don Maurizio Patriciello. Sull’eliporto del nosocomio i velivoli atterrano per consegnare degli organi appena espiantati o per portare un bimbo o una bimba in codice rosso oppure ne decollano con altri organi destinati a giovani creature. Quando il grande ascensore trasparente attiguo al reparto scende con una barella, si ha un tuffo al cuore. Annalisa offre alle famiglie un supporto concreto: «c’è bisogno di tutto, dagli alloggi all’aiuto scolastico.» Mi dice che il più delle volte ha a che fare con persone che vengono da molto lontano, che hanno perso le loro radici: «Non è facile cominciare a vivere in un luogo che non si conosce, senza un lavoro e senza soldi per mangiare, perciò le associazioni forniscono loro anche cibarie e denaro per tirare avanti.» Se le creature sono molto piccole, non hanno coscienza di ciò che sta accadendo loro, quindi i genitori fanno di tutto per non lasciar trasparire il dolore. L’età di insorgenza dei tumori si sta abbassando sempre di più e a volte si sa già della malattia quando i figli sono ancora in grembo. «Per me il reparto di oncologia non è triste, ogni volta che mi trovo lì, mi rendo conto di quanto sia importante dare un altro peso alle cose della vita. Dovremmo farci un esame di coscienza. Quei bambini e quelle bambine ci insegnano a stare al mondo.»