I toni dell’amore
Ben, interpretato da John Lithgow e George, impersonato da Alfred Molina, stanno insieme da 39 anni, vivono un amore fatto di dolcezza e di premure; tante le loro abitudini quotidiane consolidatesi nel tempo, la cultura a unirli, uno pensionato con l’hobby della pittura e l’altro professore di musica, e poi i libri, le cene con amici e familiari, un gruppo affiatato. Il film che parla di loro è “I toni dell’amore” diretto da Ira Sachs.
Lo stato di New York ha appena approvato la legge sul matrimonio fra persone dello stesso sesso, Ben e George la aspettavano da anni e finalmente possono avverare il loro sogno di sposarsi; le scene iniziali del film li ritraggono a casa mentre si preparano, sono emozionati, Ben è un po’ goffo, non trova gli occhiali, così finiscono per tardare alla cerimonia. Al momento della dichiarazione si guardano negli occhi con amore e pronunciano il tanto atteso “sì”.
George lavora in una scuola cattolica il cui consiglio d’istituto sa della sua relazione con Ben, ne sono a conoscenza anche le allieve e gli allievi del suo corso di musica e i loro genitori, ma le foto pubblicate su Facebook che ritraggono lui e Ben mentre si tengono per mano subito dopo il matrimonio sono “eccessive”, le voci girano, non sta bene, “il vescovo non è contento.” quindi, ora che i due uomini sono sposati, a quei ragazzi e a quelle ragazze verranno a mancare un punto di riferimento e l’affetto che li lega al loro insegnante, perché George viene licenziato in tronco. A valere è la condotta, non la norma.
Venuta meno l’entrata fissa di George, con la sola pensione di Ben non è possibile continuare a pagare le rate del mutuo, per cui i coniugi dovranno vendere la casa, così inizia per loro un’odissea fatta di file interminabili negli uffici pubblici per chiedere informazioni e compilare moduli, fra cui quello per richiedere un alloggio ad affitto agevolato per reddito o per età; c’è la lista d’attesa, “ma vale la pena tentare.”
Un pomeriggio invitano gli amici e i familiari, ai quali spiegano la situazione e chiedono loro di aiutarli a trovare un posto dove stare. “È solo una fase di transizione, al massimo un paio di settimane.” dice Ben, ma la loro reazione non è quella che si sarebbero augurati: sono in imbarazzo, la prospettiva di ospitare gli zii e di dover rivoluzionare la loro quotidianità li mette a disagio; tuttavia, dopo averne parlato fra di loro, trovano una soluzione: Ben andrà a stare dal nipote e dormirà col pronipote nella stessa stanza e George sarà ospitato dai vicini, due sregolati poliziotti gay loro amici; è atroce la parte del film in cui durante una festa l’uomo racconta a un invitato che ogni sera deve aspettare che si liberi il divano letto per poter andare a dormire.
Per quanto amici e parenti siano loro affezionati, non riusciranno ad avere cura dei loro ospiti e a comprendere le esigenze di due persone anziane che hanno trascorso la vita insieme e ora sono costrette a vivere separate.
Commovente la scena in cui George arriva a casa del nipote di Ben alle undici di sera, abbraccia il marito e scoppia a piangere sulla sua spalla, poi la macchina da presa si sofferma sui familiari imbarazzati che esitano prima di concedere loro un po’ di privacy. Dal trasferimento in poi Ben e George si vedranno solo di giorno come due fidanzatini, loro che il fidanzamento lo hanno vissuto 39 anni prima.
A metà film, mentre sullo schermo scorrono alcune scene di vita scolastica, la voce fuori campo di George legge una lettera rivolta ai genitori delle sue allieve e dei suoi allievi, un vero e proprio j’accuse contro la Chiesa cattolica in cui li esorta a parlare con le loro figlie e i loro figli per “aiutarli ad approfondirne il significato: sarebbe orribile se si convincessero che devono nascondere chi sono e ciò che pensano nel timore che possa crear loro dei problemi.”
Due persone che si amano non dovrebbero mai vivere separate; è una tortura tale che solo chi l’ha provata o la prova può capire: non si può dividere l’amore.