Questo articolo è pubblicato anche QUI Giovedì 23 agosto 2012 a Roma la terza edizione del Gender DocuFilm Fest si è aperta con la proiezione degli unici due cortometraggi in gara per il premio finale. Si tratta di I’m Just Anneke e di Spiral Transition, entrambi prodotti negli Stati Uniti d’America.
Per chi ancora non conoscesse il festival in questione, ricordo che è stato voluto, ideato e prodotto da Imma Battaglia – presidente dell’associazione LGBT romana Di’ Gay Project ed organizzatrice del Gay Village di Roma – e da Giona A. Nazzaro, che dirige il Gender DocuFilm Festin modo mirabile fin dai suoi esordi, nonostante i pesanti tagli alla cultura in genere ed al cinema in particolare operati dai governi degli ultimi tempi in Italia. I’m Just Annekedi Jonathan Skurnik (USA 2011, 11′,14”) è un bellissimo ed a tratti toccante documentario che narra le vicende di Anneke, una persona nata transgender ovvero Gender Fluid, come si dice in lingua inglese con un termine che indica coloro che sono nate/i con un sesso che non è conforme alla loro identità di genere. I’m Just Anneke(in italiano Sono solo Anneke) ci offre uno spaccato di vita di questo giovane canadese la cui transizione di genere viene documentata dal regista a partire dall’autunno del 2010, quando Anneke ha già cominciato ad assumere il testosterone per conformare il sesso attribuitogli dalla natura con quello che sente autentico dentro di sé.
I’m Just Annekenon è che il primo di una serie di corti che fanno parte di The Youth and Gender Media Projectche Jonathan Skurnik ha ideato al fine di educare le comunità scolastiche del Nord America in merito alla cultura transgender e all’identità di genere non conforme; allo stato attuale del progetto, i primi due documentari sono stati ultimati, mentre gli altri due sono in fase di produzione. «I film già ultimati– si può leggere QUI – sono già stati utilizzati nelle scuole ed in alcune conferenze in tutti gli Stati Uniti al fine di formare amministratori, insegnanti e studenti sull’importanza di proteggere tutte le bambine e tutti i bambini dalle molestie causate dall’identità di genere e dalla sua espressione.»
Jonathan Skurnik è stato il protagonista, durante la serata del 24 agosto 2012 al Gay Village di Roma, del seminario Adolescenza e identità di genere non conforme, in cui ha avuto la possibilità di presentare al pubblico italiano The Youth and Gender Media Project, grazie al quale il regista sta facendo conoscere in diverse parti del mondo le vite e le storie di tante ragazze e di tanti ragazzi che hanno scelto di lottare per vedere riconosciuto il loro diritto a vivere in piena autenticità le rispettive identità di genere non conformi al sesso di nascita.
I’m Just Anneke è anche un corto dedicato alle tante madri ed ai tanti padri di queste creature speciali, persone dall’audacia indescrivibile che hanno deciso di aiutare figlie e figli ad uscire dal bozzolo in cui si sentono costretti dalla natura.
Mediante questo progetto Jonathan Skurnik ha voluto quindi rendere omaggio al coraggio di persone come Anneke le quali hanno scelto di non conformarsi alla convenzione sociale che ci vuole solo maschi e solo femmine ma, fedeli a se stesse ed a se stessi fino in fondo, hanno deciso di vivere la loro vera identità di genere in modo autentico.
Infine solo un breve accenno – in attesa di sapere qualcosa di più – all’altro corto proiettato alla terza edizione del GDFF ovvero Spiral Transition di Ewan Duarte (Usa, 2010, 6′), un “avvincente e schietto” documentario che intende approfondire l’evolversi della relazione affettiva del regista, in transizione di genere, con la madre, una sorta di biografia visiva alla fine della quale il regista, il cui sesso è ormai conformato alla sua identità di genere, ci lascia un video messaggio.
In attesa di poter gustare i nuovi frutti maturi dell’edizione 2013 del Gender DocuFilm Fest di Imma Battaglia e Giona Nazzaro, il mio personale plauso all’ufficio stampa di questa vetrina cinematografica più unica che rara, grazie alla quale si è scelto di divulgare una cultura dai confini alquanto esili e mutevoli, quella dell’identità di genere: grazie a Carla Fabi e Barbara Ghinfanti per il grande lavoro svolto da tre anni a questa parte.
Guarda il trailer di I’m Just Anneke
Guarda il corto in versione originale
Lidia Borghi