Genova spezzata
Genova, 14 agosto 2018, ore 11:36: la pila nove del ponte Morandi, che collega il Ponente al centro città, cede e fa crollare duecentocinquanta metri fra stralli, piloni di sostegno e corsie. Quarantratré le vittime. Sedici le persone sopravvissute. Genova è tagliata in due.
«Il ponte non c’è più! Non c’è più! Oddio! Qui ci sono delle persone schiacciate! L’ambulanza! Chiamate l’ambulanzaaa! Oddio! Oddio! Oddio! Mi sento male… Mi sento male…» (audio originale di due video girati da privati cittadini.)
Un camioncino per trasporti alimentari si ferma a un passo dal baratro. L’autista, trentasette anni, fa marcia indietro e scende dal mezzo, corre verso la galleria dalla quale era appena uscito e, a rischio della vita, riesce a bloccare il flusso di traffico. Molte persone devono a lui se sono ancora vive. «Ho visto crollare la strada davanti a me con tutte le macchine che in quel momento avevo davanti.» ha detto l’uomo.
Uno dei superstiti, Gianluca, ha passato quattro ore a testa in giù prima che i vigili del fuoco riuscissero a liberarlo; era rimasto agganciato al suo furgone ridotto a un mucchio di lamiere che si erano incastrate fra due enormi pezzi di calcestruzzo.
La scena che scorre davanti agli occhi di chi transita per il ponte di Cornigliano è sconvolgente: un tuffo al cuore rimanda a quella giornata di pioggia battente e alla tragedia che ha cambiato per sempre il panorama urbano del torrente Polcevera dal mare all’entroterra e viceversa.
Sotto il moncone est sorgono le palazzine di via Porro, dalle quali sono state sfollate circa trecento famiglie, accolte un po’ nelle case dell’istituto per gli alloggi popolari e un po’ in quelle messe a disposizione da persone genovesi di buona volontà.
All’epoca della costruzione una parte del tetto di uno di quegli edifici era stata tagliata per lasciar spazio alla posa in opera di un pilone di quelli che reggevano la struttura orizzontale e il manto stradale del ponte. Il nuovo che avanza faceva paura già allora.
Lidia Borghi, per la rubrica Spigolature(http://lidiaborghi.blogspot.com/)