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Fu vera rivoluzione?

di Lidia Borghi


Il 13 marzo 2013 Jorge Bergoglio venne eletto papa e scelse il nome Francesco. Oggi è considerato il pontefice più aperto sulle tematiche LGBT+ “per quanto in certi aspetti sia non meno tradizionalista dei suoi predecessori.” come ha scritto Robert Shine, direttore associato di New Ways Ministrye del blog Bondings 2.0, che ha fatto un bilancio dei primi 5 anni di pontificato dell’uomo venuto dall’Argentina a partire da alcuni articoli di giornale.


La valutazione che ne viene fuori non è sempre positiva, tanto che alcune testate hanno definito scarsa e contraddittoria la condotta papale a difesa delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Jamie Manson ha scritto per The Tablet: “Dal mio punto di osservazione poco è cambiato.” Infatti, su genere e sessualità“il suo pensiero appare in pratica identico a quello dei suoi predecessori.Il linguaggio che Francesco sceglie crea in molte persone LGBT cattoliche un forte senso di vergogna. Nel porre le coppie eterosessuali (definite ‘il capolavoro di Dio’) contro quelle omosessuali conferma, non solo nelle persone LGBT, ma anche nelle loro famiglie, la solita vecchia sensazione di vivere nel peccato.

Persone povere e oppresse, emarginate e vulnerabili hanno trovato nel papa venuto da lontano il loro paladino, in ogni parte del mondo il Vescovo di Roma è considerato il difensore dei diritti umani, ma varrebbe la pena che si occupasse in modo più concreto degli individui LGBT+ e non solo a parole.

Il pensiero di Marianne Duddy-Burke di Dignity USA, un’altra associazione cattolica che si occupa di questioni relative a orientamento sessuale e genere, non si discosta da quello di Manson: “Se nel restante periodo del suo papatosi renderà conto del danno che i dogmi e le prassi della Chiesa nei campi dell’orientamento sessuale, del genere e dell’identità di genere compiono nei confronti degli individui, delle famiglie e di intere parrocchie, allora ci sarà l’opportunità di cambiare davvero le cose.

Vediamo ora qualche esempio di comportamenti contrastanti di papa Francesco.

29/7/2013: sull’aereo che lo riporta a casa dopo la Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile, una giornalista gli chiede chiarimenti su una presunta lobby gay in Vaticano e lui pronuncia la famosa frase “chi sono io per giudicare?”. Le associazioni LGBT+ cattoliche esultano, i vescovi statunitensi non danno molta importanza alla cosa.

17/11/2014:durante una conferenza inter fede in Vaticano, a proposito della famiglia e della prole il papa afferma: Non possiamo definirla attraverso concetti di natura ideologica che traggono la loro forza da un certo momento della storia; (…) i bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia con un padre e una madre; il matrimonio e la famiglia sonoin crisi”.

23/3/2015:Bergoglio nomina monsignor Robert McElroy vescovo di San Diego. L’alto prelato diverrà una delle più importanti voci della gerarchia statunitense a difesa dei cattolici LGBT.

19/3/2016: nell’esortazione apostolicaAmoris Laetitiail Pontefice torna a condannare le unioni fra persone dello stesso sesso, le auspicate adozioni e le questioni riguardanti l’identità di genere.

26/6/2016: di ritorno dalla visita apostolica in Armenia, durante la consueta conferenza stampa Bergoglio dice: Io credo che la Chiesa non solo debba chiedere scusa […] a questa persona che è gay, che ha offeso, ma deve chiedere scusa anche ai poveri, alle donne e ai bambini sfruttati nel lavoro.

8/12/2016: Il Pontefice emana un documento che riguarda il sacerdozio in cui ribadisce il divieto di ordinare gli uomini gay.

6/9/2017: nel libro intervista di Dominique Wolton, Papa Francesco, politica e società, Bergoglio dice di approvare le unioni civili, ma afferma anche:Il matrimonio tra persone dello stesso sesso? Il ‘Matrimonio’, nella storia dell’umanità, non solo all’interno della Chiesa, è sempre stato tra un uomo e una donna. Èqualcosa che non possiamo cambiare. È la natura delle cose, le cose sono fatte così. Chiamiamole ‘unioni civili’. Non dobbiamo giocare con la verità.

Quindi? Apertura o chiusura? Davvero è in corso una rivoluzione bergogliana? Inoltre, come mai la stampa statunitense e le associazioni LGBT+, cattoliche e non, hanno evidenziato l’incoerenza del Papa, mentre in Italia pochi periodici se ne sono occupati e magari hanno finito per porre l’accento solo sul suo presunto rinnovamento, omettendone pecche e mancanze? Certo, per lui sarà un grande onore essere definito il difensore dei diritti umani, ma perché continuano a esserci, nel mondo, gruppi di persone che ne hanno un po’ di meno? Forse, fra altri 5 anni, il Pontefice riuscirà a rispondere a un quesito di fondamentale importanza per il vivere civile.

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