Euterpe oleracea, la bacca amazzonica dal prodigioso potere nutritivo
Açaì (la cui pronuncia è “assaì”) è il nome portoghese dell’Euterpe oleracea, una pianta della famiglia delle Arecaceae che si presenta come un’alta palma a base unica, con foglie cascanti, dotata di più cespi o rami, il cui habitat naturale va dall’Amazzonia alle coste atlantiche del Brasile, dallo stato di Pará a quello di Bahia. I frutti, riuniti in grandi racemi o grappoli, sono drupe, grandi all’incirca come ciliegie, assai carnose e dalla forma sferica simile a quella del mirtillo nero, con il quale condividono anche il colore violaceo molto scuro, che denota in esse la presenza di antocianine, le benefiche sostanze coloranti ed antiossidanti di cui mi sono già occupata in un precedente articolo scientifico di Settimo Potere (“Dalla natura i coloranti sani e benefici, le Antocianine”). Per le popolazioni indigene l’Açaì è “il frutto che piange” ovvero, in lingua locale, l’”icà – cai”, da cui il nome portoghese che lo ha reso famoso in tutto il mondo.
Dotati di un altissimo contenuto di acidi grassi Omega 3, 6 e 9, di vitamine del gruppo B, di vitamina C ed E, nonché di potassio, magnesio, calcio ed altri minerali indispensabili al corretto funzionamento dell’organismo (per approfondimenti: D. Del Pozo – Insfran et al.: “Phytochemical Composition and Pigment Stability of Açaì – Euterpe oleracea Mart.”, J. Agric. Food Chem., 52/6, 1539 – 1545, 2004), i frutti dell’Euterpe oleracea hanno un elevato potere nutriente ed energizzante che aiuta a non avvertire il senso di fame per lungo tempo, motivo per cui sono prediletti da molte persone che seguono un regime alimentare controllato finalizzato alla perdita di peso.
Le antocianine che più di tutte sono presenti nelle bacche di Açaì sono la cianidin 3 – glucoside o C3G (che sembra avere il potere di attivare l’adiponectina, il regolatore del glucosio nel sangue, quello stesso che tende a diminuire nei soggetti diabetici) e la cianidin 3 – rutinoside o C3R mentre, fra i lipìdi, l’Omega 9 o acido oleico contribuisce ad abbassare il colesterolo LDL, quello cattivo, per intenderci, l’Omega 6 o acido linoleico aiuta a rafforzare le membrane cellulari, mentre l’acido gamma linolenico (GLA) o Omega 3 (si veda l’articolo “L’acido gamma – linolenico e l’importanza dei grassi per il nostro organismo” pubblicato qui) fa sì, fra l’altro, che il colesterolo buono o HDL si mantenga a livelli alti.
Anche i fitosteroli giocano un ruolo importante se assunti attraverso i frutti di Açaì, che ne contengono in abbondanza. Quando giungono a contatto con le mucose intestinali, infatti, essi iniziano a bloccare l’assorbimento del colesterolo LDL da parte dell’organismo e, in tal modo, contribuiscono, al pari degli acidi grassi Omega, a combattere l’ipercolesterolemia. Inoltre fanno sì che il dolore associato all’artrite diminuisca in modo sensibile grazie al loro potere antinfiammatorio.
Da molti definito un super nutriente, l’Açaì, una volta assunto sotto forma di polpa fresca, ha un indubbio valore energizzante per il corpo umano, in quanto ci aiuta a non sentire la stanchezza per lunghi periodi di tempo ed a mantenerci tonici. Siccome, poi, le sue bacche rappresentano una grande fonte di fibre solubili per l’organismo, anche le funzioni di stomaco ed intestino ne traggono giovamento, il che pone questo frutto prodigioso fra quelli le cui sostanze benefiche hanno proprietà anti – carcinogeniche.
Ecco spiegato perché l’Açaì è considerato un alimento funzionale, come hanno spiegato due studiose del Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari e microbiologiche dell’Università degli studi di Milano, secondo le quali «(…) con gli alimenti si deve (…) cercare di assumere tutti i nutrienti, da quelli energetici (proteine, lipidi, carboidrati) a quelli non energetici (vitamine e minerali) in quantità e proporzioni tali da permettere all’organismo di svolgere correttamente tutte le sue funzioni. (…) Da qui nasce il concetto di alimento funzionale, in grado di determinare un effetto salutistico sull’organismo che va oltre la (…) “capacità di nutrire”. Ciò significa che (gli alimenti funzionali) contengono composti che possono interagire con una o più funzioni fisiologiche dell’organismo, sono in grado di favorire il buono stato di salute o esercitare un effetto di prevenzione nei confronti dello sviluppo di alcune patologie (…)» (Patrizia Riso e Marisa Porrini, “Tecnologie Alimentari” n° 7, Ottobre 2003).
Diversi sono i tipi di preparati oggi disponibili in commercio a base di bacche di Açaì, fra cui la polpa fresca surgelata (che viene spedita in ogni parte del mondo conservata in contenitori isolanti), con o senza l’aggiunta di zucchero grezzo di canna, sciroppo di guaranà – una bevanda eccitante di origine amazzonica – o di acerola, nota come la ciliegia delle Amazzoni, la polvere liofilizzata e le comode capsule di gelatina alimentare, che contengono il frutto disidratato.
Una vera manna per le persone salutiste e per tutti coloro che vogliono contribuire in modo efficace a mantenere intatto il proprio benessere, soprattutto se si pensa che le popolazioni amazzoniche usano i frutti di Açaì per prevenire i disturbi di stomaco e per far sì che l’intestino sia puntuale come un orologio. Non resta quindi che provare l’ennesimo dono che Madre Natura ha fatto agli abitanti dell’ormai malandato giardino dell’Eden.