Escúchame. Un cortometraggio di denuncia della tratta sessuale delle donne
L’edizione 2011 dell’ICCL (Irish Council for Civil Liberties) Human Rights Film Avards, svoltasi a Dublino, è stata vinta dal cortometraggio Escúchame (Ascoltami), prodotto in Spagna dall’attrice e regista Mabel Lozano.
L’attivismo civile della Lozano si è sviluppato durante gli inizi della sua carriera nel mondo dello spettacolo e si è focalizzato sempre più sul tema dei diritti – mancati – delle donne e delle bimbe nel mondo, in particolare sulla tratta sessuale.
In pochi minuti e grazie ad un impatto visivo a tratti sconvolgente, il corto Escúchamenarra la storia vera di Svetlana Demidovitch – Inna nella finzione – una ragazza originaria della Bielorussia che interpreta se stessa ovvero una delle tante vittime di un lungo viaggio che inizia con la promessa di un lavoro sicuro in una delle nazioni dell’Unione Europea, per poi finire su qualche marciapiede a vendere il proprio corpo a centinaia di maschi paganti.
Ottocento. Tanti sono i clienti che, nel giro di cinque soli mesi, hanno pagato per possedere il corpo di Inna per pochi minuti, così come è emerso dal corto della Lozano. Di più non sappiamo, di più non possiamo dire, poiché questa storia breve sta facendo il giro del mondo all’interno dei tanti concorsi per cortometraggi ai quali il corto viene di volta in volta iscritto.
Ed è proprio la presenza di così tanti clienti ad alimentare – per gli sfruttatori – un commercio umano che, di recente, è stato denunciato dall’associazione Médicos del Mundo(http://www.medicosdelmundo.org/), che ha collaborato con la Lozano alla realizzazione del corto. Un commercio che rende milioni di euro, come ha denunciato questo sconvolgente esempio di cinema breve, il cui messaggio è reso in modo ancor più crudo da uno stile minimalista e dai dialoghi scarni.
Come ha teso a sottolineare la stessa autrice, durante la premiazione all’Irish Film Institutedi Dublino, «Una delle peggiori violazioni dei diritti umani che mi viene in mente è il traffico di donne e ragazze, l’acquisto e la vendita di esseri umani come se fossero borse o scarpe. Spero che il mio film aiuti a sottolineare questa grave violazione dei diritti umani».
Quella della schiavitù sessuale è una brutta storia internazionale messa su e tenuta insieme da gruppi di uomini appartenenti ad organizzazioni malavitose sparse per il mondo che, nel caso della nazione di Mabel Lozano, la Spagna, ha strettissime relazioni con uomini di ogni estrazione sociale – all’apparenza normali padri di famiglia – i quali spesso ignorano che dietro alla loro ricerca di sesso a pagamento si nascondono le storie di centinaia di donne tenute in stato di schiavitù. Un’offerta “normale” che è stata denunciata alla Giornata europea contro la tratta degli esseri umani, il 18 ottobre 2011.
Escúchameha avuto il merito, mentre denunciava uno dei crimini più terribili che esistano, di portare alla luce per la prima volta il fenomeno delle migliaia di clienti che ruotano attorno alla tratta sessuale delle donne nel mondo. Secondo il Ministerio de igualdad– in Spagna – l’80% delle donne che vendono il proprio corpo è entrata nel Paese iberico attraverso la tratta. Una denuncia davvero atroce. Anche questa è privazione della libertà.
Lidia Borghi