Dieci corti d’autore. Notturno di Vittorio Sala
Vittorio Sala è del 1918. Palermitano, laureato in giurisprudenza, frequentò il Centro Sperimentale di Cinematografiadi Roma, anche se non smise mai di essere giornalista de Il popolo. La sua attività principale, dietro la macchina da presa,
fu quella di documentarista che, durante la seconda guerra mondiale, lo vide produrre diverse pellicole di guerra.
Il cortometraggio Notturno(Italia, 1950, 13′) rappresenta uno dei più importanti esempi di questa sua attività e gli varrà il Nastro d’argentoper il miglior corto nel 1951, grazie alle sue descrizioni di una Roma dalle vie buie quasi deserte oppure popolate da persone che, per vari motivi, anche poco nobili, sono costrette a frequentare la Capitale dopo il tramonto del sole. Ottima la fotografia, curata da Antonio Schiavinotto, mentre all’operatore alla macchina, Francesco Pasinetti, dobbiamo i più importanti documenti visivi dell’Istituto LUCE. Una curiosità: il montaggio, di Pino Giomini, collega le diverse situazioni riprese per analogia, il che rende del tutto superfluo l’uso del commento parlato.
Calano le tenebre a Roma. Un’auto oltrepassa la fontana di una piazza. Un portone si chiude. Diverse persone escono da un teatro. Un tram riprende la sua corsa dopo aver caricato una folla di persone. Una donnina esce da un altro portone, si aggiusta una scarpa modello Chanel e prosegue. Una farmacia è aperta per il turno di notte. La scalinata di Trinità dei Monti è splendida anche nella penombra. La redazione di un giornale è in piena attività. Nell’aria solo il ticchettare delle macchine da scrivere. Tra poco le rotative produrranno i fogli pieni di notizie del quotidiano locale. Un tram sfreccia sferragliando per una strada con il suo contenuto umano. Alcuni operai lavorano presso un tombino. Piccola pausa: un locale è ancora aperto. Al suo interno diversi avventori. Costo di un caffè 120 lire. E si riprende a lavorare. Un dancing offre distrazione ad un pubblico danzante. Alcune telefoniste mettono in contatto i clienti da un capo all’altro della città. Il tram prosegue la sua corsa. Il pianto di una creatura appena nata fuoriesce dalle imposte accostate di una finestra d’appartamento. C’è chi non riesce a prendere sonno e si accende una sigaretta. Una tentata rapina con scasso viene scongiurata dall’arrivo delle guardie notturne. Qualcuno dorme all’addiaccio. E l’aurora fa capolino all’orizzonte. Presto l’alba ridarà tono e colore alle strade di Roma. Le edicole sono le prime a riaprire i battenti. Il giornale parla del tentativo di furto della notte appena trascorsa. La Capitale si risveglia più bella che mai.
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Lidia Borghi