Dal profondo Nord un corto contro l’omofobia che fa venire i brividi
Nel capoluogo del Friuli-Venezia Giulia vive, ama e lavora un artista dalle mille risorse che, alla nascita del figlio, ritrova intatta dentro di sé la volontà di lottare contro ogni tipo di discriminazione, in particolare quella di stampo omofobico, poiché vuole lasciare alla sua creatura, appena giunta al mondo, un pianeta in cui si possa vivere libere e liberi di amare, senza steccati che pretendono di ingabbiare le persone in un genere prestabilito, falso ed eretto al solo scopo di separare, escludere, giudicare. Durante uno dei miei tanti giri per il web, in cerca di cortometraggi di giovani promesse del cinema breve italiano, mi sono imbattuta nel video intitolato Love Is Gender Free (I, 2014, 6′, 02”), prodotto grazie al supporto della rete attraverso il crowdfunding e divulgato alla fine di ottobre scorso.
Quella che segue è l’intervista all’autore di un progetto davvero molto bello ed efficace, fatto di immagini assai evocative e, a tratti, forti, che hanno lo scopo di trasmettere a chi guarda un messaggio ben preciso: l’amore – in tutte le sue declinazioni – conta più di tutto il resto, nella vita ed è grazie ad esso che le realizzazioni umane più grandi vedono la luce; esso non ha etichette, colore, genere o razza. Quando giunge in te, ti investe con una forza irresistibile e sarebbe da folli respingerlo, come ben mostrano i fotogrammi di Love Is Gender Free.
Chi è Igor Longhi?
Igor Longhi è un padre, un marito, un uomo comune ed un musicista. Classe 1975, triestino, tecnico informatico. Suono il pianoforte fin da quando ero bambino e, negli ultimi dodici anni, anche le tastiere nel gruppo reggae Makako Jump. Da qualche tempo ho iniziato a scrivere musica per piano solo, cercando di trasformare le mie emozioni in progressioni armoniche, perché trovo che questo sia un magnifico modo di parlare con se stessi.
Il tuo video si intitola Love Is Gender Free ed è impreziosito da un tuo brano, Broken Soul. Perché un corto contro l’omofobia?
Il cortoè stato prodotto nel 2014 e dura 6 minuti circa. Da sempre ho considerato temi come il razzismo, la violenza e l’omofobia, troppo poco trattati. Si dovrebbe affrontare quotidianamente una realtà fatta di tolleranza, equilibrio, condivisione. Ormai viviamo in un contesto multiculturale, siamo tante razze diverse di un’unica specie all’interno dello stesso recinto. L’intolleranza equivarrebbe alla nostra fine in senso fisico e umano. Broken Soul, che fa da colonna sonora, è un pezzo che ho scritto pensando a due persone coinvolte in una intensa e, a volte, travagliata storia d’amore, ma chi dice che debbano essere per forza un uomo e una donna? Da lì l’idea di utilizzarlo per un video di sensibilizzazione sul tema dell’omofobia.
Love Is Gender Free è un’opera particolare, in cui hai narrato la storia d’amore utilizzando una tecnica tanto semplice quanto efficace. Ti va di parlarne alle lettrici ed ai lettori di Rosso Parma?
Questa è la domanda più difficile a cui rispondere: L’idea di fondo era di fare in modo che lo spettatore si chiedesse perché la coppia protagonista dovesse vedersi negati tutti i diritti alle cose più belle e “normali”. Per far questo, si è pensato di girare tutto il video in silhouette e svelare l’arcano soltanto alla fine. Le scenografie sono state fatte interamente a mano utilizzando del polistirolo e, ad ogni scenetta, è stato associato un colore diverso di sfondo, per enfatizzare il cambio di scena e, in un certo senso, richiamare la bandiera arcobaleno.
Quanto è importante per te il rispetto che si deve alle persone, a prescindere dalle loro condizioni di vita?
Il rispetto è il fondamento di qualsiasi tipo di rapporto. Che sia d’amore, di lavoro, di amicizia, anche solo di convivenza sullo stesso pianeta. Non rispettare qualcuno significa non avere consapevolezza dei suoi diritti o dell’importanza del suo valore culturale o morale. Se manca il rispetto, non ci può essere alcuna forma di aggregazione, di società.
Uno sguardo ai tuoi progetti in corso d’opera o in divenire
Al momento il mio tempo è completamente assorbito da famiglia, lavoro e organizzazione di eventi per cercare di sensibilizzare il maggior numero di persone possibile in merito all’omofobia; a questo proposito, è nata da poco una pagina facebook, di cui sono amministratore assieme ad altri 2 amici, che cerca di muoversi a livello nazionale organizzando delle manifestazioni in risposta alle veglie delle sentinelle in piedi.
Guarda il corto
Link di pubblicazione
Lidia Borghi