Corti d’autore. Amore senza filtro di Valentino Innocente
Torno ad occuparmi di un regista di talento come Valentino Innocente, autore di Circuito chiuso, per segnalare Amore senza filtro (Italia, 2005, 9′,54”), un corto girato in bianco e nero che mi ha colpita per la delicatezza con cui l’autore ha affrontato il tema del tradimento in amore, visto con gli occhi della persona ingannata.
Lilin (Francesco Carnelutti) è un uomo ormai anziano che divide la casa con una donna (Mita Medici) che non lo ama più. Forse. Lei fa la vita. Forse. Lui si accende una sigaretta dopo l’altra. Durante una sera come tante a suonare il campanello dell’appartamento è un corpulento poliziotto (Luigi Di Fiore) dai modi spicci. Ha finito il turno in commissariato ed è in cerca di compagnia. La donna non gli si nega. Lilin si è appena coricato sul letto matrimoniale della stanza che divide con la donna. Ha spento la sigaretta e si accinge a dormire, ma tra poco dovrà lasciare il posto alla donna. L’altro uomo attende. E così Lilin si alza in modo lento, esce dalla stanza e si dirige in bagno dove, di fronte allo specchio, l’ennesima sigaretta appena accesa, comincia a rievocare un passato lontano in cui, un lui giovane e forte (Marco Di Stefano) stava vivendo una passione amorosa.
Valentino Innocente ha tanti pregi ma uno, soprattutto, ha attirato la mia attenzione ovvero la grande sua capacità di tradurre per immagini l’angoscia, il tormento, il dolore dei personaggi tratteggiati dalla sua penna di sceneggiatore, il che lo rende un artista davvero completo, capace di costruire un corto a partire da un soggetto, per poi renderlo in modo visivo in tutta la sua forza narrativa, come nel caso di Circuito chiuso.
Niente male per un professionista che si definisce “precario da sempre”. E pensare che il Curriculum vitae artistico di Valentino Innocente è pieno di collaborazioni sul campo, di quelle che contano per fare l’esperienza vera del mestiere del cinema, corto o lungo che sia, una sorta di apprendistato artistico che, in molti altri casi, in Italia non esiste più, quello che permetteva alle ragazze ed ai ragazzi di imparare a maneggiare i ferri del mestiere. Qualcosa che esisteva molto prima del precariato.
E così pure Innocente ha sperimentato il ruolo di aiuto regista e quello di assistente alla produzione per Marco Puccioni (Quello che cerchi e Immagine/corpo) nel 2001/2002 e nel 2004 e per Franco Brocani (Medicina, i misteri) nel 2002 ed ha ricoperto l’incarico di assistente alla regìa durante le riprese di ben tre film di Aurelio Grimaldi (Se sarà luce, Il mio sangue ricadrà su di loro e Tutti vi dimenticherete del mio amore perduto) nel 2003.
Insomma, di certo non siamo di fronte ad un novellino della macchina da presa, della sceneggiatura e della composizione di soggetti cinematografici. E pensare che ci sono autrici ed autori che darebbero chissà che pur di giungere ad un tale livello di professionalità e, davvero, Valentino Innocente ne ha da vendere. Eppure spesso il Curriculum vitae, anche in àmbito cinematografico, non conta nulla in questi tempi di precariato mentale. Il solito peccato, la solita occasione persa, per il nostro sgarrupato Paese, per fare della cultura, in tutte le sue forme, il vero valore aggiunto che consentirebbe al PIL nazionale di crescere, con poca fatica e con grandi risultati, in termini di fatturato.
Ciò non scoraggi autrici ed autori di tutta Italia che hanno quel benedetto sogno nel cassetto. Non lo buttino, ma trovino la forza di coltivarlo. Costi quel che costi. Una persona preparata e tenace come Valentino Innocente ce ne ha dato prova grazie al Crowd Funding attraverso i Social Network. A nessuno mai permettano di portar loro via i propri sogni.