Aspettare
L’essere umano trascorre la vita ad aspettare: il latte materno, il tanto agognato giocattolo, la visita dal nonno e dalla nonna, che ci esce sempre una tavoletta di cioccolata o una fetta di torta al cacao.
Si aspetta davanti ai cancelli della scuola che arrivi un papà o l’altro, mamma o papà, magari le due mamme insieme, che è una grande libidine e capita di rado. Si aspetta la bicicletta, ma il pensiero è già alla 125 da Trial.
Si aspetta. Sempre. Si aspetta una notizia buona, una cattiva, di morire, che restano solo 6 mesi da vivere, così dice quel contabile dell’oncologo, e se fossero 8 o 20? Si aspetta che cuocia la pasta, di mangiare, di evacuare, di vomitare, di stare meglio, di stare bene, che di stare male non se ne può più.
Si aspetta l’amore, si aspetta il matrimonio, si aspetta la fine del discorso dell’impiegata municipale per dire di sì, infilarsi gli anelli e baciarsi (no, aspetta, com’era la sequenza?), una bambina, un bambino, e se fossero due gemelli?
Si aspetta un pacco, se ne aspettano due, si aspetta di laurearsi, di trovare un lavoro, che il manoscritto riletto mille volte e spedito a quella casa editrice così carina, con quel logo corsiveggiante, venga accettato. Si aspetta che qualcuno muoia, che qualcun altro nasca.
Si aspetta. Si aspetta di vivere, si aspetta che quel malessere nero che attanaglia dia un po’ di tregua e che quell’altro, sempre in cima alle montagne russe, freni la sua corsa. Vivere a volte è stare bene o, se non altro, un po’ meglio, se si guarda indietro e si pensa a quanto male si sta invece ora, con i piedi nel catrame e una camicia di forza fatta di mastice che si chiama stato depressivo, ma anche stato maniacale.
Si aspetta di dormire, di chiudere gli occhi per qualche ora, così almeno non si pensa. Un sonno di piombo, senza sogni, senza aspettative, senza delusioni. Aspettative… L’attesa andata in vacca è un’illusione e a ogni illusione segue una delusione. Si attende anche quando si fa una domanda: “Perché?” Si attende sempre, c’è sempre un motivo per attendere qualcuno o qualcosa.
In questo periodo pieno di dolore, seguito a un altro periodo di dolore, cui seguirà l’ennesimo periodo di dolore, mi chiedo spesso: “Perché a me sì e a te no?” Mi aspettavo qualcosa di meglio da questa vita. “Mi aspettavo qualcosa di meglio…” “Mi aspettavo…” “Aspettare. L’essere umano trascorre la vita ad aspettare.”