Ascolta, il nuovo cortometraggio di Raffaele Tamarindo
Ad un anno di distanza da La solita storia, è on line da pochi giorni il nuovo lavoro di Raffaele Tamarindo, giovane filmaker afragolese che, con Sospensione, un delicato video sulla nascita di un amore altro, ha dimostrato di avere un grande talento cinematografico, come dimostrano le scene di Ascolta (I, 2015, 5′,28”). Vediamo di che si tratta.
Interno giorno: due mani femminili cominciano a scivolare sui tasti di un pianoforte verticale. Ogni nota sparge tutt’intorno una melodia lenta, al dipanarsi della quale nell’etere, si riconosce un breve brano di Mussorgsky. Interno giorno: Il capo di un giovane è ripreso da dietro mentre la musica, ovattata, penetra nella stanza, attraverso i muri. Cambio di scena: il giovane è seduto sul divano ed imbraccia la chitarra. Attende. La mano sinistra sulla tastiera, la destra con il plettro sulle corde. Si prepara. Come la sua interlocutrice musicale smette di produrre note, attacca lui. Dal classico al contemporaneo, lo stile muta in modo repentino, senza suonare sgradito agli orecchi. Ed ha inizio un dialogo udito. Una piccola meraviglia che riempie la mente ed il cuore, l’una e l’altro in attesa, in ascolto. Lui (Vincenzo Tamarindo) attende lei (Anna Cerbone). Lei assiste lui. Un insieme armonico d’anima e di note. Una specie di magìa. Corde martellate di là, corde pizzicate di qua. E due cuori in ascolto.
Come sempre dico, a questo punto di ogni recensione, chi volesse sapere come vada a finire Ascolta, non dovrà far altro che guardare il corto sino ai titoli di coda, con una raccomandazione: provate a lasciare che sia il vostro cuore a porsi in ascolto e non ve ne pentirete.
Subito dopo l’uscita della sua ultima fatica, Raffaele è stato così gentile da rispondere ad alcune mie domande; ne è venuto fuori un dialogo misto, su una nota chat istantanea: un audio messaggio da parte sua e poche parole scritte da parte mia. Vi propongo qui le sue risposte: «È stata una felice occasione della vita vera ad ispirarmi: la scena si svolge nel mio salone che, nella realtà, confina con l’appartamento di una persona, Rita, la quale ha un pianoforte. Durante una mattinata mi sono svegliato e c’era quel piano che suonava; cullato da questa armonia così piacevole ho riflettuto: “Pensa se io avessi la chitarra e potessi dialogare con lei in musica, instaurare un vero dialogo musicale”. Ho fatto due più due ed ho costruito la storia, dalla quale ho poi tratto il corto. Volevo incentrarla sull’incontro di due persone che non si sono mai viste, ma solo ascoltate. Si tratta di un’idea semplice, perché io sto sempre più riscoprendo il valore della semplicità, in più penso che mai come in questi giorni sia importante ascoltare il prossimo, cosa che non sappiamo fare oppure non ci impegniamo più di tanto a mettere in pratica. Sono davvero contento.»
Osservando – ed ascoltando – questo piccolo gioiello di cinema breve, è possibile notare alcuni cambiamenti significativi, nella mano di Tamarindo: una maggiore cura fotografica, affidata al talento ed alla sensibilità di Vincenzo Tamarindo, una tecnica registica di indubbio valore, resa ancor più efficace dal ricorso al carrello, che accompagna con la giusta lentezza l’occhio di chi guarda verso le scene successive e, infine, più amore per la vita, il che rappresenta un indiscusso valore aggiunto.
Prodotto da Mario Tamarindo, come tutti i video di Raffaele, che ne ha scritto soggetto e sceneggiatura, lo ha diretto e montato, Ascolta si avvale del prezioso contributo di Dario Cerbone in qualità di fonico e di Giovanna Montano come operatrice backstage.
Ascolta merita di essere ascoltato con gli occhi e con il cuore – perdonatemi il gioco di parole – per poter apprezzare appieno la grande sensibilità di un fine autore dal grande futuro.
Lidia Borghi