Amori col botto e disamori esplosivi
Perché l’amore si trasforma in odio? Che cosa spinge due persone sane di mente che fino a ieri si sono amate a litigare come furie fino a tirarsi dietro le stoviglie? Quand’è che l’amore viene meno? Quand’è che quell’atteggiamento del partner che ieri faceva impazzire oggi provoca disgusto?
Mentre scrivo questa spigolatura ripenso a Danny DeVito nei panni del narratore nel film da lui diretto, La guerra dei Roses, in cui l’avvocato divorzista Oliver, interpretato da Michael Douglas e la ginnasta Kathleen Turner alias Barbara si innamorano al primo sguardo, si amano alla follia, si sposano, hanno due figli, vivono in una dimora da urlo, ma è sufficiente un clickche scatta nella testa di lei per trasformare l’idillio coniugale in un inferno, con tanto di distruzione quasi totale della villa e alcuni tentativi di omicidio. Èvero, la fiction offre degli esempi spesso esagerati, ma davvero le storie di amori travolgenti che si trasformano in disamori criminali si vedono solo al cinema? Purtroppo la realtà è fatta di delitti efferati che spesso fanno rimpiangere quelle belle pellicole tragicomiche che fanno saltare i botteghini. Quasi ogni giorno la stampa riporta casi di omicidi commessi da uomini squilibrati nei confronti di mogli e conviventi e a nulla è servito coniare il termine femminicidio, se le vittime non sono state tutelate dalla legge da vive, se gli articoli di giornale non parlano delle donne morte, ma di quali persone per bene siano i mariti o i conviventi che le hanno ammazzate, se non si fa nulla per educare i maschi, per insegnare loro che le compagne non sono oggetti di proprietà. La vita non è un film, la pistola che spara non è caricata a salve, i buchi provocati dai proiettili sul corpo delle donne non sono finti e neppure la morte.