Amori coi fiocchi
Dov’ero rimasta? Lei incontra lui, colpo di fulmine, patatrac, questa volta c’è il lieto fine, si fidanzano, si sposano, mettono su casa e già pensano ai figli. Tutto già visto, oserei dire scontato, a volte dettato più dalla tradizione che dalla volontà di costruire un progetto insieme. E allora gli amori coi fiocchi che fine fanno?
Come si può evitare di subire il trantran quotidiano che logora il rapporto di coppia? Ci vogliono pazienza, dedizione e tanto, tanto amore per fare andare bene le cose. Quand’ero bambina e la Rai aveva un solo canale in bianco e nero, andava in onda il varietà Signore e signora, con Delia Scala e Lando Buzzanca. Il programma descriveva, attraverso dialoghi semiseri, l’evolversi del rapporto di coppia dei due protagonisti, dall’amorina amorinodegli inizi fino ai primi conflitti coniugali, il tutto accompagnato da balli e musiche. Era uno spettacolo che, al di là della bravura dei due attori, dava da pensare su quanto sia delicato l’equilibrio che si viene a creare quando due persone decidono di convivere. Sì, ma quando arriva la prole? La cura dovrà venire prima di tutto il resto, i genitori avranno poco tempo per se stessi e ad avere importanza saranno solo cacca, pappa, mamma, papà e nanna: e cambia il pannolino e lava il culino e il frugoletto ha fame e dagli il latte e la piccina vuole stare in braccio sennò piange e addormenta il pupo e il pupo non dorme e fai piano sennò la piccina si sveglia e la piccina ha il raffreddore e piange nel cuore della notte e «vai tu o vado io?» «No, vai tu, che domani mi sveglio prima (fetente-questa-me-la-paghi).» Insomma, la cura dei neonati è complicata e piena di materia fecale, ma vuoi mettere la soddisfazione, quando si addormentano e fanno un’intera notte di sonno e tu pure?